Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 11° puntata

C'erano il gruppetto dei geometri, che mi rompevano, benevolmente, le palle, dicendomi che dovevo approfittare del momento in cui si tendeva sulla mia scrivania (perché era il suo modus operandi), ponendo in evidenza il suo generoso culone, la teoria di uno di questi, avvalorata dagli altri, era la seguente...

"Te, quando lei si stende sulla tua scrivania e compila quelle 2-3 righe della tua busta paga, chiudi a chiave il tuo ufficio e tiri giù la tendina, le giri dietro e sollevi il suo sottanone, sposti di lato le mutandine e glielo butti diretto in culo, ma se non hai un uccello galattico, da oltre una spanna, devi mettere due assicine ai lati delle chiappone, altrimenti il culone si smana tutto, ti perdi nelle naticone, invece se tu lo inquadri lì, lo incanali per bene, il risultato è assicurato, vedi quel buchino tutto nero e ti viene un uccello incredibile, quando lo sente dentro dopo lo sa quello che vuole, dai retta a un patacca, fai come ti dico io e vedrai come va a finire..."

C'era un fitto scambio di battute fra noi, con reciproci vaffanculo e va a cagare, poi si ricominciava a lavorare, ma a forza di dai e ridai, alla fine della giostra, dopo quasi un anno di mia permanenza in quella azienda, proprio l'ultima busta paga prima delle ferie, mi venne voglia di darle su...

"Cosa dici se ti prendo da dietro mentre compili la mia busta paga??"

Probabilmente le beccai in un momento di buona, perché non mi mandò automaticamente affanculo, ma stette, almeno inizialmente, al gioco...

"E cosa vorrei farmi, dai, vediamo quanta faccia tosta hai...", sparandomi uno di quegli sguardi che mi sentii denudato completamente...

"Eh, eh, dai, insomma, mi metto lì dietro, dai, qualcosa ci sarà da fare..."

"Io voglio persone che abbiano le idee chiare, decise, pronte, tu mi sembri molto imbranato, ad esempio se ti dico di abbassarti le mutande e farmelo vedere, scommetto che ci devi pensare, considera che a me piace l'uccello lungo, quindi se non ha i requisiti, è meglio che lasci stare..."

Non so fino a che punto lei stesse scherzando o meno, ma feci un capanno di quelli olimpionici, sembrava che da quel punto in poi il classico gatto mi avesse mangiato la lingua, abbassai lo sguardo e rimasi in silenzio, considerando anche il fatto che io ho una dotazione, a livello di gruppo familiare, molto nella media, non è invisibile ma non mi posso catalogare come superdotato...

Ci vollero un paio di minuti affinché lei finisse di compilare i dati della mia busta paga, dopodiché mi allungò il foglio precompilato per la firma, non senza dirmi...

"Ehi, guarda che non è successo nulla, hai fatto una battuta, ti ho risposto, sei rimasto senza parole, non sono tanti qua dentro che mi tengono testa, sei piccolino, e mi riferisco all'età, e non c'entra nulla se non hai l'uccello lungo, o forse ce l'hai, ti ho detto la prima cosa che mi passava per la testa per metterti in difficoltà, se vuoi riprovare a scherzare con me, più pronto, più spigliato, più disinvolto, non ho mai mangiato nessuno..."

Continua...