Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 27° puntata

"Ma che cazzo hai da rompere le palle?!?!", lo apostrofai subito...

"Come che cazzo ho, ci sono 2 ordini che devono partire tassativamente entro questa settimana!!"

"E allora, è il martedì, sveglia, D.. C..., a venerdì mancano 3 giorni!!!"

"Ti vuoi ridurre all'ultimo giorno, imbecille che non sei altro???"

"Va piano con le parole, ok?!?!"

"Perché altrimenti cosa fai, dai, voglio ridere..."

Me le avrebbe date di santa ragione, vuoi che se avessimo fatto a botte, un cazzotto per sbaglio non glielo davo, ma le avrei prese di santa ragione, a parte l'eccezione se mi si chiudeva la vena di brutto, e sfruttando un potenziale evento a sorpresa non avessi la meglio su di lui, ma senza pensarci due volte afferrai la pallina da baseball, che tenevo in ditta per un problema che avevo al nervo sciatico (ogni tanto, nella mia vita, ho sofferto di patologie inerenti a questo nervo maledetto), mostrandogliela...

"La vedi questa, te la tiro nella facciaccia di merda che hai, hai capito che hai rotto il cazzo, che non sei un mio superiore, che vedi andare affanculo, se non sai dove sbattere le corna???"

Si bloccò, irrigidendosi gonfiò a dismisura il petto come un piccione, e urlando più che poteva...

"Adesso ti insegno io l'educazione e il rispetto!!"

Solo la scrivania ci divideva, stava per esplodere, prima che succedesse l'irreparabile, perché la pallina era un blando deterrente, presi saldamente in mano una sottile listarella di plexiglass, a forma di parallelepipedo, lunga poco più di mezzo metro, che utilizzavo per tenere fermi i fogli su una parte della scrivania, quante volte, scherzando con alcuni colleghi, avevo detto che gliel'avrei piantata alla base del collo, adesso era l'occasione giusta che stavo aspettando, l'unico problema era come fare, in quanto non era facilissimo dargli una legnata in quella maniera, certo, era pericolosa, era tagliente, avendo degli spigoli vivi, ma dovevo girarla molto bene, alla perfezione, e i miei colpi dovevano andare a segno ripetutamente, purtroppo o riuscivo a fargli male sul serio, oppure avrei rischiato parecchio...

Le nostre urla richiamarono un paio di persone in ufficio, che accorsero velocemente prima che fosse veramente tardi e che qualcuno si facesse male, ma lui era diventato plumbeo in viso, incurante quasi di quello che stava succedendo fece un paio di passi verso la mia scrivania, ormai non c'era più di un metro di distanza tra noi, due persone erano troppo poche per dividerci, afferrai ancora più saldamente la piccola sbarra in plexiglass, deciso più che mai di dargli una spadata di traverso, quando iniziai a sentire una voce diversa, pur non perdendo assolutamente di vista quel bamboccio di responsabile dell'ufficio estero, con la visuale laterale degli occhi avevo notato l'arrivo di un'altra figura, che ancora non riuscivo a distinguere bene, anche se con la frase successiva fu ben chiaro, pur non guardando espressamente, di chi si trattasse...