Paura dell'ignoto. 09. Segugi, cammelli e ratti.

Prologo

Nell'ultimo capitolo abbiamo visto l'incontro presso la Grande Radura tra i Viddar ed il Duca di Reynwald. Gli invasori hanno palesato l'intenzione di dominare il Regno. In questo episodio vedremo la prossima mossa di questo Popolo d'oltre mare.

Dopo tre settimane dall'incontro con i Viddar, Nyf era tornato in forze. Costui riuscì a raccontare al Duca di Reynwald le crudeli torture subite.

Era stato picchiato, cosparso di olio bollente, marchiato a fuoco, pizzicato con tenaglie infuocate e quasi affogato nell'acqua di mare. Al termine di queste sevizie non aveva retto il dolore ed aveva raccontato alcuni aspetti geopolitici del Regno tra pianti e singhiozzi carichi di dolore. Gli stranieri sembravano particolarmente interessati alle città posizionate nel deserto e governate dai Rusdan. Gli estorsero diversi particolari su chi le governasse, chi le proteggesse e sui territori circostanti e parvero molto interessati al fatto che tutt'intorno ci fosse il deserto.

Il duca era stato molto comprensivo nei confronti del giovane e aveva chiesto a Boku di occuparsi personalmente di lui. Ovviamente il suo pupillo svolse di buon grado l'incarico data l'amicizia che lo legava al povero Nyf.

Le spie del ducato tennero sotto controllo il territorio vicino alla spiaggia sulla quale erano accampati i Viddar ma nessuno riuscì a vedere con esattezza cosa succedesse in riva al mare. Arrivò un giorno, però, in cui un cavaliere fece ritorno al galoppo a Città Fortezza per annunciare che gli stranieri avevano smontato il campo e si erano diretti verso est seguendo la costa. Reynwald sguinzagliò i suoi segugi e una decina di uomini furono messi alle calcagna degli invasori per seguirne le tracce.

Ogni giorno un osservatore faceva ritorno per fare rapporto fino a quando i Viddar arrivarono ai confini del deserto e, una volta valicato, le spie dovettero arrestarsi per non essere scoperte.

Nel deserto, infatti, non esisteva alcuna vegetazione dietro la quale nascondere la propria presenza. Inoltre addentrarsi tra le dune sabbiose significava morte certa senza un'adeguata preparazione. Oltre a tutto ciò, nessuno conosceva la meta degli invasori e sarebbe stato troppo rischioso seguirli in un territorio così ostile. Le tracce che rimanevano sulla sabbia per giorni potevano essere spazzate via da una tempesta nel giro di mezz'ora e questo avrebbe significato la fine del pedinamento in qualsiasi momento.

Le ultime voci, dunque, riportavano i Viddar al galoppo sulle dune in groppa ai loro cammelli. Gli osservatori non poterono che constatare l'eleganza di quelle bestie: una volta acquisita velocità sembravano volare sulla sabbia a differenza dei cavalli che arrancavano faticosamente.

I Viddar, inoltre, portarono con loro diversi carri trainati da bestie da soma: il loro contenuto era ignoto ma le dimensioni di quei carri non lasciavano sperare nulla di buono.

Trascorsa una settimana dalla loro partenza dalla spiaggia, in una sera di primavera inoltrata, Reynwald era seduto insieme ad Atn e Croll sulla terrazza del palazzo ducale e si rivolse ai due amici:

Sono tremendamente astuti questi invasori. Si addentrano nel deserto per non essere seguiti dalle nostre spie ma vorrei sapere che intenzioni abbiano. Certo, è probabile che siano degli sprovveduti e non sappiano dove si stanno cacciando, ma è altrettanto plausibile che siano estremamente preparati ed abbiano una strategia a noi sconosciuta.

Atn era molto contrariato:

Avremmo dovuto attaccarli subito. Sai che preferisco la guerra all'attesa e questi tempi morti mi demotivano più di una sconfitta.

Croll fu più cauto nelle valutazioni e cercò di evidenziare che conoscere le mosse degli invasori contribuiva a conoscere meglio il loro modus operandi ma nonostante ciò c'era molto malumore e la serata trascorse nel silenzio.

Le notizie cessarono. Per tre settimane il ducato perse le tracce degli stranieri ma proprio il primo giorno d'estate, in un caldo ed afoso pomeriggio, due cavalieri varcarono le mura della Città Fortezza chiedendo di parlare con il Duca:

Signore, il Popolo del Mare ha conquistato La Seconda ed ha ucciso il suo reggente Komit. Adesso si stanno dirigendo verso La Prima.

I messaggeri erano stati inviati da Omyh in persona e provenivano dalla città che costui rappresentava: La Terza. Reynwald odiava questi ratti del deserto. Nemmeno la moglie, che stimava immensamente e che proveniva da questa stirpe, era riuscita a fargli cambiare idea su quel Popolo di pusillanimi.

Per secoli si erano nascosti dietro le mura delle loro città, convinti che il deserto avrebbe tenuto lontano qualsiasi esercito ed ora sarebbero probabilmente andati incontro ad una bella lezione! Tuttavia ogni cambio negli equilibri del Regno poteva rappresentare un potenziale pericolo anche per i Therdentin ad est e per il ducato ad ovest del deserto. E questo non era tollerabile. Doveva fare qualcosa ma... cosa?!

Il duca mandò a chiamare i componenti del Consiglio di Guerra affinché i messaggeri potessero ripetere a beneficio di tutti ciò che avevano raccontato a lui.

Costoro informarono i ducati di quanto i Viddar fossero agguerriti e feroci. Erano muniti di macchine da guerra che non avevano mai visto dotate di lunghissime braccia che, facendo perno su una struttura appoggiata a terra. Queste enormi armi belliche erano capaci di lunghissime gittate, ben oltre la portata degli arcieri che stavano in città. Li chiamavano trabucchi ma la cosa più inquietante erano i proiettili che lanciavano.

I messaggeri farneticarono di pietre nere grosse e perfettamente circolari che, quando si schiantavano al suolo o sulle mura, producevano un boato assordante e si frantumavano i migliaia di piccole schegge.

L'impatto sulle mura produceva immancabilmente degli squarci mentre quelle che cadevano all'interno della città ferivano ed uccidevano tutti gli sventurati che si trovavano nei pressi dell'impatto. Gli stranieri dicevano che all'interno di questi grossi proiettili ci fosse della polvere nera e i Rusdan sperimentarono sulla propria pelle le nefaste conseguenze di tale misteriosa stregoneria.

Al termine del racconto nella sala scese un silenzio tombale. I membri del Consiglio non sapevano se credere a tutto ciò che avevano udito perché era troppo inverosimile per essere vero.

Gli invasori sembravano realmente dei maghi: provenivano da un luogo sconosciuto, cavalcavano destrieri capaci di volare sulle sabbie del deserto, usavano armi mai viste che sparavano ordigni di smisurata potenza ed erano capaci di sopravvivere per settimane nel deserto!

Nel Regno iniziava a circolare la voce che costoro fossero degli Dei scesi sulla terra per ridimensionare la superbia umana e... qualche sfrontato, nascosto nell'oscurità e da orecchie indiscrete, sussurrava che questi Dei volevano ridimensionare la superbia del Duca di Reynwald.

Il Duca, però, era una persona molto pragmatica e non credeva a queste dicerie. Aveva avuto modo di trovarseli di fronte e sapeva che erano uomini in carne ed ossa come lui. Invitò dunque i messaggeri a ripetere più e più volte i particolari . Ospitò costoro per tre interminabili giorni cercando di comprendere ogni sfumatura, ogni più piccolo dettaglio. Si informò sulla dinamica dei trabucchi, sulle palle circolari, sugli armamenti, sui cammelli. In tre giorni riuscì ad acquisire molte informazioni utili e nella sua mente si fece largo un pensiero.

Al termine dei tre giorni il Duca riunì nuovamente il Consiglio di Guerra ed espose il primo abbozzo della sua strategia. I membri rimasero riuniti per oltre quattro ore al termine delle quali il Duca si congedò dicendo:

Signori, con questo è tutto. Se nessuno di voi ha obiezioni, direi di passare all'azione. Croll e Nysr, abbattete il maggior numero di alberi che potete in tre settimane. Fodbra e Cest iniziate a scavare a Zhoss come vi ho detto. Swor e Nessrak voi andrete a Città Oscura e farete lo stesso nella capitale. Atn richiama i tuoi barbari affinché possano esserci d'aiuto. Da qui a due mesi voglio che i preparativi siano terminati.

Gli uomini rimasero nella sala del Consiglio ancora qualche ora. Si scambiarono consigli e pacche sulle spalle ma la tensione era forte.

Dal canto suo il Duca di Reynwald sapeva che dopo i Rusdan, i ducati sarebbero stata la prossima meta dei Viddar. Le prime città vicine al deserto erano proprio Zhoss e la sua capitale Città Oscura e fu qui che avrebbe concentrato la contro offensiva. Non aveva intenzione di farsi trovare impreparato e in base alle informazioni acquisite aveva escogitato un piano ardito.

Ogni suo muscolo, ogni suo nervo, come succedeva prima di una battaglia erano tesi come le pelli di un tamburo appena fabbricato.

La battaglia era vicina! Solo che questa volta loro erano le prede e non i predatori.

NB: la copertina ed eventuali altre immagini presenti nel presente post o in quelli della medesima saga sono state realizzate con il Servizio Canva avvalendosi delle immagini gratuite in esso disponibili ad uso gratuito.

Per orientarti nella geografia di questo racconto, ti consiglio di andare nel primo capitolo de *La Guerra dei Ducati e poi tornare qui: La Guerra dei Ducati. 01: una bussola per il lettore.

Indice

Se ti fossi perso uno dei precedenti capitoli:



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