La corrente che passa nei fili - 7° parte

Archiviato senza danni personali quell'increscioso potenziale incidente, mi viene in mente un altro episodio, in cui dovevamo rifare integralmente l'impianto elettrico in un appartamento, il proprietario era, tutto sommato, una persona buona, ma una di quelle palle che non vi dico, perché era davvero troppo rompicoglioni, in cosa consisteva il suo scassareilcazzo?!?!

Semplice, era appiccicoso, pugnetta, assillante, seccante, insistente, e, soprattutto, molto religioso, di quel religioso che sconfina nel bigotto, in quanto ripetutamente avevamo cercato di fargli capire che, pur non essendo dei veri e propri scaricatori di porto, non eravamo proprio degli assidui frequentatori dei luoghi sacri, anzi, un piede in chiesa lo mettavamo, sì e no, una volta all'anno in media, per cui se evitava, per decenza, dei sermoni e dei pipponi di predicozze varie, non potevamo che dirgli grazie, eravamo arrivati al punto, io e mio fratello, che le poche volte in cui non era presente, andavamo avanti con il lavoro fino a mezzanotte e persino oltre...

Un altro vizio, di quelli insopportabili, era il suo modo, molto caloroso ed espansivo, con cui era solito salutarci, erano rarissime le volte in cui non ci dava uno dei suoi abbraccioni vigorosi, ma il vero problema era che spataccava sempre con la calce, il cemento, il gesso e altre polveri similari, per cui quando ti toccava, lasciava letteralmente il segno del suo passaggio sui nostri indumenti...

Un bel giorno armeggiavo con dei chiodi, il motivo per cui li stavo piantando nel muro non lo ricordo bene, ma non dimenticherò mai quello che gli ho sparato nel muso, quando successe il famoso fattaccio, qualcuno di voi potrebbe storcere il naso, ma nelle situazioni bisognerebbe ritrovarcisi, e in ogni caso, io sono fatto così...

Già un paio di volte mi ero dovuto fermare perché mi aveva dato, in senso di amicizia, una pacca sulla spalla, spostando di qualche centimetro la mia ipotetica martellata, con serio pericolo per l'incolumità delle mie dita, quando senza alcun preavviso per l'ennesima volta mi diede una pacca proprio sulla spalla sinistra, nonostante cercai di frenare l'inerzia del colpo, il martello finì irrimediabilmente sul mio dito, precisamente sul pollice...

Non riporto, per decenza, la sfilza delle bestemmie che gli tirai nel muso, fece per abbozzare una replica ma gli saltai idealmente sul collo, rabbiosamente ripresi a sgranare il rosario dei moccoli, e infine gli dissi...

"Basta con sto cazzo di pacche sulle spalle, e con sti abbracci del cazzo, sono qui per lavorare, non per farmi impolverare e per sentire quei cazzo di sermoni!!"

Cercai dell'acqua fredda, tenni il dito a bagno per qualche minuto, ma si gonfiò in ogni caso, l'unghia nei giorni seguenti progressivamente divenne sempre più nera ma non cadde, ultimammo il lavoro ma non si azzardò più a dire una mezza parola o a dare una pacca di nessun genere...

Continua...