La corrente che passa nei fili - 13° puntata

"Basta dare spettacolo qua, davanti a tutti, vieni, vieni nel mio ufficio, che sistemiamo la questione a quattr'occhi..."

In altri momenti ci avrei pensato non una, ma due, tre, dieci volte prima di accettare un invito del genere, che aveva di tutto tranne che dell'amichevole, ma ho passato, quello compreso, alcuni momenti molto particolari della mia vita, in cui ho fatto delle cose, in cui ho preso delle decisioni, che in altri tempi non avrei mai preso, quella era appunto una di quelle circostanze strane, in quanto arrivavo in quella situazione con un profilo psicologico molto alterato, negli ultimi mesi avevo dovuto affrontare la perdita di mio fratello ed essere lasciato dalla mia ex-fidanzata, per cui la vita mi puzzava parecchio, non me ne fotteva un cazzo di ritrovarmi nei casini, anzi, in un certo senso, magari mi fosse capitato a tiro una specie di capro espiatorio, su cui scaricare tutte le mie frustrazioni e le mie inquietudini emotive, ecco perché lo seguii senza problemi, pronto, nel limite dell'ipotizzabile, ad affrontare quello che mi sarei potuto trovare davanti, in fondo, eravamo sempre in un locale, anche se era il suo, c'erano dei testimoni, per cui il rischio, ammesso e non concesso che ci fosse, non era di livello assoluto...

Entrò prima lui, poi io, mentre stavo ancora varcando la porta, mi disse girandosi...

"Chiudi bene la porta, perché la serratura non blocca e si apre..."

Era una trappola, istintivamente mi girai verso la porta che ancora tenevo in mano, come la appoggiai al battente mi sentii arrivare addosso un colpo, non compresi bene cosa fosse, uno spintone, uno schiaffone, una gomitata, il colpo era stato attutito dal giubbotto imbottito che indossavo, feci un buon paio di metri, in seguito all'inerzia, non caddi a terra, semplicemente due, tre passettini, ma la mia reazione fu rapidissima, mi girai immediatamente e lo stronzo era praticamente dietro di me, fingendo di arrivargli nel muso gli sferrai un calcio laterale nel mezzo del ginocchio, la gamba fece uno strano movimento, partirono diverse bestemmie e alcune imprecazioni dirette alla mia persona e a mio fratello, non doveva farlo, lo spintone lo prese lui, poi una spallata vigorosa, che lo fece volare a gambe all'aria, mentre ancora non capiva bene quello che stesse succedendo, gli montai sopra, immobilizzandolo il più possibile, la mano destra sotto al suo collo, e la sinistra caricata, pronta a tirargli un pugno di quelli che facevano male...

"Stammi a sentire, pezzo di merda, mio fratello lo lasci stare, hai capito?? (serrai ancora di più la mano sul suo collo)... Parla con me, lascia stare i morti, chiaro?!?!"

Annui, ero fuori in quel momento, sentivo solamente il cuore in gola per la concitazione e le tempie che battevano a bestia, dovevo andare fino in fondo, non potevo fermarmi a metà strada...

"Adesso cacci i soldi, perché se esco da quella stanza senza un quattrino, la prossima volta che mi vedi senti il piombo, spero di essermi spiegato, e tira fuori contanti, perché dei tuoi assegni mi pulisco il culo..."

Continua...