Fuoriposto - 52° puntata

"Ecco, ci manca solo che si asciughi l'uccello con il mio asciugamano", sentenziò la super-figa, una volta tanto la lingua non mi morì in bocca e replicai per le rime...

"Se me vuoi darci con la bocca vieni pure..."

"Ti piacerebbe ehh, segaiolo che non sei altro??"

Era inutile, l'ultima la diceva sempre lei, per cui desistetti, ma asciugandomi ben bene l'uccello con il suo asciugamano, aveva blandamente pure tentato di togliermi quella copertura, ma le avevo fatto cenno che le avrei abbassato il costume, in tutta risposta si girò e mi fece vedere un culetto meraviglioso, in segno di sincera ammirazione per quella gioia per gli occhi la applaudii in modo convinto, notai un cenno di apprezzamento e di ringraziamento nelle sue movenze...

Fortunatamente eravamo con la vettura della mia amica, per cui rimasi ancora un po' con il suo asciugamano sulla pelle, i miei indumenti erano stesi sul lunotto della sua vettura, quando rientrammo a casa sua erano ancora ben umidi, la mia amica prese un potente phon e si mise d'impegno per cercare di rendere mettibili i miei indumenti, che altro non erano che un paio di slip, una t-shirt e un paio di jeans, quando tirò fuori il ferro da stiro le dissi che non c'era bisogno, ma non ne volle sapere, una volta data una passata di caldo vapore i miei indumenti erano quasi completamente asciutti...

Ci sganciammo dal resto della compagnia, andando a mangiare una gustosa pizza in un locale molto carino, quasi intimo, alcune volte le chiesi se il suo ragazzo fosse effettivamente contento che lei stesse con me quella sera, lei mi confermò sempre che non c'erano problemi, di stare tranquillo e di godermi la serata...

Con quello stato di cose finimmo la nostra cenetta, per recarci in una bella città, che era il capoluogo della sua provincia, una dolce e romantica passeggiata, io ero sempre molto rispettoso del fatto che lei fosse fidanzata, forse ci tenemmo per mano per un tratto di strada, prima di arrivare su uno stupendo ponte, che dominava il largo e placido fiume che scorreva sotto, era un incanto, tutto era piacevolmente bello, la Luna, il fiume, il ponte, lei, sì, era davvero carina, la sensazione mia era che forse avrei dovuto provare a fare qualcosa di più, ma lei mi considerava un amico, un caro e buon amico, conosciuto per puro caso via telefono, ma che ben presto diventò un punto di riferimento, per le sue confidenze più o meno intime...

"Quindi tu non confermi il fatto che non hai uno straccio di ragazza..."

Non mi aspettavo quella domanda, ero piacevolmente rapito dal suo sorriso, dal suo modo di parlare, dalla fresca dirompenza dei suoi anni (aveva uno o due anni in meno di me), ma non c'era problema, perché non c'era malizia o altro nella sua frase, semplicemente le confermai il fatto che ero single, che non c'era nessuna, almeno per il momento, nella mia vita, sapeva che lo avrei voluto, che volevo una presenza femminile al mio fianco, in una storia più o meno seria, ridendo e scherzando le chiesi, per l'ennesima volta, perché non fosse lei, visto e considerato il fatto che ogni tanto si incazzava con il suo ragazzo, per questioni nemmeno troppo leggere...

Continua...