Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 5° puntata

Una volta arrivato nella zona produzione, beccai il primo operaio che mi capitò a tiro, gli chiesi dove fosse il caporeparto, tutti erano già stati avvisati, mi rispose di attendere dentro il suo piccolo ufficio personale, dopo una decina di minuti si degnò di comparire, quasi inutile precisare che avevo i coglioni in ebollizione, ma non ero il solo...

"Si può sapere cosa cazzo vuoi?!?! Io non ho un cazzo da fare, a differenza vostra, impiegati dei miei coglioni!!"

"Oh, sta tranquillo e vola basso...", la mia immediata replica...

"Con chi cazzo ti credi di parlare, nuovo assunto di merda???"

"Con il capo degli operai, io sono quello che spedisce quello che fate, quindi stai calmo, perché se collaboriamo va tutto bene, altrimenti fidati, che qualcosa arriva anche a te..."

"Mi stai minacciando, mezza sega di merda??"

"Ascolta, cara la mia testadicazzo, o finisci di insultarmi o ti ribadisco, qualcosa arriva anche a te, credimi in parola..."

"Ma vaffanculo, ho altro da fare!!", e fece per andarsene, ma si bloccò immediatamente, girando i tacchi verso me...

"Anzi, scavati dal cazzo subito, qui non hai autorizzazione per rimanere!!"

C'era una specie di spranga di ferro a qualche metro di distanza, la voglia di prenderla e aprirgli la faccia era lampante, indietreggiai verso la scala a chiocciola alle mie spalle, senza mai lasciare il suo sguardo, facendogli solamente una promessa...

"Non finisce qui, fidati, non finisce qui..."

"Quando vuoi, pezzo di merda, quando vuoi..."

Mi ribolliva il sangue, se avessi trovato un capro espiatorio quel giorno sarebbe stato peggio per lui, mi ritirai nel mio ufficio, il fatto che non sarebbe finita lì era vero e reale, dovevo ancora riorganizzare al meglio le idee ma gliel'avrei fatta pagare, di sicuro, feci una chiamata al mio ex-collega di lavoro, nella pausa pranzo, in quanto ero solito, soprattutto all'inizio, fare una breve sosta alla tavola calda appena sopra l'azienda, per riuscire a smaltire correttamente il mio carico di lavoro, soprattutto i primi mesi le ore di straordinario non si contavano, ma non rimasi mai indietro al lavoro, e le mie competenze e conoscenze crescevano costantemente, tra me e il mio predecessore ormai c'era solamente l'esperienza, di sapersi come muovere in quelle situazioni del cazzo come quella che avevo appena vissuto...

Riuscii a parlare con lui, a differenza mia molto raramente era arrivato ai ferri corti con il caporeparto, che se veniva preso nel giorno sbagliato, come quello che avevo appena beccato io, era una cosa da fuori di testa, ti mandava a fanculo per un niente, dato che io non mandavo a fanculo nessuno senza un buon motivo, non volevo a mia volta essere mandato a fanculo, il motivo per cui ero andato al piano inferiore era la pressione di un paio di rappresentanti, importanti, che lamentavano l'ennesimo ritardo nell'evasione e conseguenza consegna dei loro ordini in lavorazione, non ero solito andare a cagare il cazzo alla gente senza un giustificato motivo, non era nelle mie corde, il tempo che era dedicato al lavoro era sacro, poi ci stava il momento delle cazzate, ma era un periodo di piena produzione, per cui le chiacchiere spesso si rimandavano in altri periodi...

Continua...