Coronavirus, Lagarde e l'Europa che verrà

Giovedi scorso è stato il giorno più nero che la borsa di Milano abbia mai incontrato. Una perdita di quasi il 17% che mai si era vista prima.
In molti hanno attribuito il tonfo alle parole di Christine Lagarde, il presidente della BCE che nella stessa giornata aveva pesantemente contribuito a creare un clima di incertezza rispetto alla situazione attuale.
Non solo le misure che tutti si attendevano non sono state prese ma anche alcune parole che hanno gettato nel panico gli investitori.
La BCE non è l'UE quindi sarebbe ingiusto ridurre tutto all'equazione secondo cui le parole della Lagarde rappresentano uno sberleffo dell'UE nei confronti della nostra patria.
La sensazione che ha lasciato l'intervento della Lagarde è che nonostante tutti gli sforzi e i sacrifici del popolo italiano l'europa non sia disposta ad aiutare, a collaborare se non in minima parte.
Un intervento che ha suscitato scalpore non solo negli investitori, non solo nelle opposizioni ma anche nel governo stesso sino ad irritare addirittura il Quirinale che in una nota durissima ha attaccato e avvertito la BCE, la Lagarde e l'UE tutta. L'Italia, gli sforzi che l'Italia sta mettendo in campo aiuteranno tutta l'Europa ad uscirne prima e meglio da questa emergenza, sempre che gli altri paesi europei comprendano in tempo la gravità della situazione. Non riconoscere all'Italia questo ruolo, questi sacrifici mette in discussione l'idea di Europa stessa, l'Europa stessa.
Ha senso essere parte di qualcosa di più grande della nostra stessa nazione se poi nel momento del bisogno, nel momento del massimo sforzo si viene lasciati soli?
Se cosi stessero le cose la risposta sarebbe troppo semplice. Ovvio che non conviene a nessuno un'Europa cosi.
Fortunatamente nei giorni successivi all'intervento della Lagarde sono arrivate enormi rassicurazioni dalla stessa BCE e soprattutto da Ursula Von Der Leyen che ha assicurato che l'Italia avrà a disposizione tutti i mezzi necessari per la sua ripresa.
Se cosi stessero le cose la situazione sarebbe diversa e sarebbe sicuramente più semplice riprendersi dalla crisi enorme in cui l'Italia precipiterà, l'Europa precipiterà, il mondo intero precipiterà.
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Anche questa potrebbe essere una grandissima occasione di miglioramento per l'italia.
Se il nostro paese dovesse davvero emergere come modello virtuoso nella gestione dell'emergenza allora avremmo molti crediti da riscuotere e tanta credibilità da spendere, rinnovata credibilità internazionale che dopo i vari Berlusconi, Salvini, Renzi sarebbe grasso che cola.
Se l'Italia riuscisse a spendere questa rinnovata credibilità nel modo giusto potremmo finalmente ritrovarci ad essere tra i leader della nuova Europa che nascerà dalle ceneri del Coronavirus.
E' una grandissima opportunità che sarà ancora più gigantesca se, come sembra possibile, Francia, Germania, Spagna e altri paesi dovessero commettere l'errore di sottovalutare l'emergenza. L'Italia potrebbe uscire prima e più forte dalla crisi ed essere il modello a cui tutti i paesi occidentali si ispireranno nella gestione della crisi.
Se questo accadesse dovremo essere bravi a farci carico dell'Europa che verrà, di essere i protagonisti di un eventuale Green New Deal, di un Europa Smart, di un turismo da riprendere nelle nostre mani e di una riscoperta della bellezza e della lentezza anche attraverso una gestione dell'economia e delle frontiere diversa e più sana.
Riusciremo ad essere davvero cosi sensati e lungimiranti per una volta?



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3 comments
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Curioso come l'Italia sia il paese europeo con il maggior patrimonio privato ed è pure quello più "attacato" da questa epidemia, coincidenze? Non credo, una bella mossa per far crollare i totoli italiani e accaparrarseli a basso costo. 😫😫

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