RE: Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 8° puntata

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Aspè aspè aspè...ma statti a vedere che qualora fossero ancora gli anni novanta (lo erano?), ancora ci stava quella quanto mai storico-culturale inopportunissima diatriba tra operai e impiegati o sbaglio? Erano i tempi, me lo ricordo, in cui gli impiegati si sentivano superiori agli operai e facevano sfoggio della loro migliore posizione (non tu, ovviamente, dico, era un tratto culturale sull flsariga delle diatribe tra gentlemen di diverse entrate finanziarie, tra gentleman e borghesia (avvocati, agricoltori proprietari, farmacisti, commercianti e artigiani), tra borghesi di diverso livello, tra borghesi e classi salariate (e magari pure tra salariati di diverso livello e braccianti), insomma, un casino. Sarà che nel reparto operai regnava magari invidia verso il settore impiegatizio (o magari solo prevenuti pur senza invidia?). Siccome hai rilevato che è stato lui a scegliere di fare l'operaio, mi è sorto il dubbio. La filippica andrebbe ancora avanti, ma devo uscire di casa tra poco. Peraltro, sicuro che avrei fatto la stessa cosa che tu, non per farla pagare all'operaio in questione, ma perchè proprio a sobbarcarmi la colpa di una mala gestione o incuria altrui sarebbe stato l'ultimo dei miei pensieri, ora devo proprio filare via che qui diventa buio troppo presto...



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Una certa lotta tra impiegati e operai c'era, siamo alla fine degli anni 80, per cui il periodo coincide con quello che hai detto tu, anzi, leggermente prima, per me non sarebbe stato un problema essere un operaio, ma ero entrato tra le fila dei cosiddetti impiegati, ero in una posizione di neutralità, ma alle strette non mi sarei fatto mettere sotto da lui, ma neppure da un altro impiegato, ognuno doveva fare il suo, senza sconti né aumenti...

!BEER

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(Edited)

Quello che non avevo fatto in tempo a postare perchè dovevo uscire:

  1. siccome gli italiani della seconda metà del ventesimo secolo non erano gravai che da pochissime paturnie, quelle mancanti se le dovevano proprio inventare e la lotta di classe ne è un esempio lampante (eh, ancora non c'erano i blue collar che sin da inizio millennio avevano iniziato a guadagnare più di un professore e di un impiegato pubblico -ti dirò che quando ero vigilessa prendevo meno di un operaio, anche se il mio stipendio era allora cme allora tutt'altro che da buttare-)
  2. ste infami lotte di classe, a mio (im)modesto parere erano abbondantemente alimentate dagli infami temi scolastici, diretta conseguenza degli altrettanto infami parametri curriculari (da insegnanti ti dirò che maestri e professori qui non erano colpevoli: erano obbligati a seguire i parametri curriculari nazionali) dal deplorevole argomento Che lavoro fanno i tuoi genitori? E già immagino, eccome se immagino, in certe scuole dove il figlio delgli impiegati, dei ragionieri, dei professori, meglio ancora dei dirigenti aziendali finisse per canzonare il figlio degli operai o peggio del muratore o ancora peggio del manovale o bracciante e della casalinga. Ai tempi di mia madre affari come questi c'erano (ai miei già molto meno). E magari il figlio del mnovale cresceva pure prevenuto verso gli impiegati, nella peggio ipotesi, chissà😣
    !hivebits

Ps.: fosse per me, abolirei l'infame tema da ogni scuola di ogni ordine e grado, pure che i tempi sono cambiati rispetto ad allora (ma a mio immodesto parere il cambiamento è solo apparenza, in nome del politically correct)

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