Fuoriposto - 68° puntata

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Immagine CC0 creative commons

Non riuscivo a localizzare correttamente quella tenuta, girai un paio di volte, non prima di aver chiamato la persona che mi aveva dato quell'indicazione, a un certo punto c'era una stradina, molto piccola e brutta, dovevo svoltare lì, era veramente messa male, avevo quasi l'intenzione di lasciare la mia vettura nella strada principale, se ci fosse stato un punto poco pericoloso, ma non se ne parlava, per cui, piano piano, molto lentamente, mi addentrai in quello che sembrava l'inizio di un bosco...

Dopo una decina di metri di lentissima percorrenza, piano piano la vegetazione incominciava a diradarsi, così come il sentiero era più agevole, meno sconnesso, questo fatto mi rincuorò, tempo qualche altra decina di metri ed entrai in un mondo nettamente diverso, filari di vigneti, alberi da frutto in quantità, verdure di ogni genere, e ancora non si vedeva l'abitazione principale, una leggera curvatura della stradina e laggiù in fondo, distante un centinaio di metri ancora, vedo stagliare all'orizzonte una costruzione imponente, su due piani, di cui il superiore molto più contenuto rispetto alla vastità di estensione della casa al piano terreno...

Iniziai a vedere persone lavorare, 1, 2, 5, 10, 20 e forse più, molto ragazzi di colore, altri con nazionalità più incerta, di italiani forse uno o due, la bassa velocità mi faceva percepire dialoghi in lingua straniera, arrivato nello spiazzale di quella tenuta un paio di persone mi guardarono in cagnesco, probabilmente i proprietari, da come si atteggiavano, salutai con un cenno e mi affrettai a scendere dalla vettura, feci a uno di loro il nome della persona che mi aveva mandato lì, chiedendo contemporaneamente conferma dell'esatto luogo in cui mi trovavo, ero proprio capitato nel posto giusto (si fa per dire...).

Mi confermò il tutto, salutandomi con una stretta di mano di quelle da far sbiancare un fabbro, purtroppo essendo mancino non potei replicare adeguatamente a quel caloroso saluto, dovevo subire lo stritolamento della mia estremità, terminato il quale si incamminò verso gli appezzamenti di terreno, iniziandomi a parlare...

"So chi ti ha mandato, se hai bisogno di lavorare, sei nel posto giusto, ma devi proprio aver bisogno di lavorare, perché qui la vita non è assolutamente facile, in quanto i turni di lavoro non sono lunghissimi, ma quello che chiediamo ai nostri occupati è forza, attaccamento al lavoro e obbedienza assoluta..."

Non c'era davvero male come inizio, già pensavo a quanta strada dovevo fare per andare a lavorare in quell'azienda, ero quasi ai confini della mia provincia, 30-35 km di distanza da casa, davvero tanti, per un salario, così come me l'aveva dipinto a grandi linee il mio amico, che era alquanto risicato, ma volevo farmelo confermare da questo soggetto, che già mi aveva rotto il cazzo, a pelle, mi bastava quello che mi avevano combinato nel precedente rapporto lavorativo, non avevo certo voglia di farmi prendere nuovamente per il culo, ma dovevo fare un tentativo, sapevo che le possibilità di guadagno erano diverse, anche se non avevo ancora capito bene a cosa si riferisse questa affermazione...

Il lavoro, quello ufficiale, era massacrante, campi, raccolta frutta, sollevamento e trasporto a mano di pesanti cassette di prodotti, disboscamento della tenuta (l'ingresso dovevo essere ripulito completamente, io non li avevo visti ma un paio di operai erano intenti a cercare di rendere meno impervio l'accesso all'azienda), pulizia e cura degli animali, insomma si era dei tuttofare, che all'occorrenza venivano indirizzati a fare questo o quello, anzi, spesso questo e quello, da quanto stavo direttamente verificando con i miei occhi, più la spiegazione si faceva specifica, più le mie incertezze aumentavano, ok lavorare, ok bisogno di soldi, ma a tutto c'era un limite, e lì si rischiava di andare ben oltre il confine del buonsenso di un rapporto lavoratore-datore di lavoro...

Continua...



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11 comments
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E qua si capisce perchè impiegassero extracomunitari per la maggior parte. Ma suppongo in nero, perchè se no, come diavolo si fa con i sindacati, se stanno a regola con i contributi, ma non li pagano nemmeno la metà del minimo sindacale? È quello che mi viene raccontato da oltreoceano (mi si dice nelle campagne del sud, ma pure nel centro, a quanto vedo, non scherzano): che non impiegano italiani perchè non possono sottopagarli. Ma un lavoratore regolare come si fa a sottopagarlo, anche se extracomuntario? Tranne che non stiano in combutta con il sindacato di turno (il che non mi stupirebbe per niente😡).
!hivebits

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Sindacati, diritti, lavoro in regola, in quell'azienda non sapevano neanche dove stavano di casa, lo capirai nella prossima puntata, che pubblicherò domani, come si inquadrava il tutto...

!BEER

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In casi come questi, sarò malpensante, ma se non si sta in combutta con chi di dovere, prima o poi pizzicano. Più che altro perchè una vertenza prima o poi arriva (so che succede più spesso di quanto non si vorrebbe nel caso delle badanti, specie conviventi, in nero, che hanno diritto a tutto, ma in questi casi qui sono le famiglie che non possono agire diversamente perché per mantenere una badante convivente ci vogliono pensioni d'oro o l'alternativa dei parenti dell'anziano allettato è licenziarsi dal lavoro per guardarselo, tutta colpa di un governo dimentico che oggi la maggior parte degli italiani invecchia male e non può essere altrimenti per chi ha vissuto una o due guerre sulla propria pelle😡). Nel caso dei lavoratori agricoli non ho gran dimestichezza, avendo vissuto sempre in città, ma so del fenomeno delle badanti straniere che con una vertenza si assicurano la loro, di vecchiaia. C'è pure un forum apposito sulla questione.
!hivebits

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Fu una situazione molto al limite, vedrai che di colpi di scena ce ne saranno parecchi davvero...

!BEER

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@tipu curate caro @mad-runner e ti sparo pure una bella !BEER bella fresca.
Il lavoro in certe condizioni è sempre un dilemma.
Accettare o no?

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Era veramente da urlo, come condizione, si doveva essere veramente disperati, per accettare quei 4 spiccioli, e rompersi letteralmente le ossa per tirare avanti, grazie mille per il supporto, caro @robibasa...

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Tipica azienda agricola di sfruttamento, come ce ne sono tante,ma secondo me ci sarà altro sotto, non può essere così semplice se ti è rimasto impresso...

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