Unorthodox: quando famiglia e tradizione sono una gabbia da cui scappare

A volte accade che un prodotto piccino piccino sia capace di trattare temi grandi, molto grandi. Il rischio è fare il passo più lungo della gamba o darsi troppa importanza, caricandosi eccessivamente sulle spalle il peso del racconto stesso che si mette in scena.

Unorthodox ha il grande merito di fermarsi a metà, riuscendo a preservare la gravitas che la storia narrata richiede, senza andare oltre le proprie possibilità.

Ne viene fuori una serie tv pregevole, lontana dall'essere un capolavoro, ma con una dignità enorme, almeno quanto quella della sua protagonista Esty.

Esty è una giovane ragazza ultra-ortodossa chassidica che da 19 anni vive all'interno della sua comunità a New York, per la precisione a Williamsburg.

A 19 anni, Esther Shapiro è già moglie, sposa di Yanky Shapiro, marito a cui è stata destinata da scelte e imposizione dei saggi della sua comunità.

Consumata da un rapporto soffocante e consapevole delle catene, più che radici, che la ancorano a quella piccola e arcaica comunità, Esty medita l'abbandono, la fuga.

Ci riuscirà, volando a Berlino, città dove risiede sua madre, la quale l'aveva abbandonata anni prima, per gli stessi identici motivi che indurranno Esty a volare oltre oceano.

La fuga di Esty scatenerà la rabbia dei membri anziani della comunità e lo scandalo nelle donne della comunità stessa.
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Con il suo gesto, la ragazza ha mancato di rispetto ad un intero popolo, venendo meno ai suoi doveri e fuggendo dalle responsabilità imposte dalla tradizione.

Una tradizione molto rigida e rispettata di generazione in generazione, e proprio per questo sacra. Maggiore è il vincolo, più grande sarà il peccato per chi da quel vincolo vorrà sciogliersi.

La partenza in Germania rappresenta dunque un punto di non ritorno per la reputazione di Esty, che, consapevole di tutto ciò, dimostra quanto la sua scelta sia stata coraggiosa.

Nella terra che diede il via all'olocausto, Esty cercherà una nuova dimensione, finora sconosciuta.

Cosi come narrato nella caverna di Platone, il rischio è di restare accecati e disorentiati alla vista della luce oltre la grotta, preferendo ritornare nell'unico luogo conosciuto: Williamsburg.

Lo spaesamento di Esty, una volta a Berlino, è evidente. La ragazza sembra essere finita in un mondo parallelo, dove l'unico vincolo è dato dalla propria intraprendenza.

La Berlino di oggi si presenta ai suoi occhi come una terra piena di prospettive e possibilità, capaci di sopraffare chi, fino al giorno prima, aveva vissuto con l'unico scopo di essere una brava moglie e futura brava madre. La ragazza passa dall'essere strumento nelle mani degli altri, ad essere soggetto libero e artefice del proprio destino.

Ma nonostante l'accoglienza berlinese e la libertà acquisita, la strada sarà sempre in salita, ancor più ripida dopo l'approdo di Yanky e suo cugino in Germania, inviati dai membri anziani della comunità per riportare a casa Esty ed eliminare quell'onta disdicevole dalla reputazione della comunità stessa.
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