Cadiamo a pezzi

Questa mattina mi sono svegliato e fuori pioveva. Dieci giorni di pioggia costante hanno messo in ginocchio le Regioni e le Province del Nord Italia; negli ultimi due giorni le condizioni meteo sembravano aver dato un po' di tregua ma questa mattina l'acqua ha ripreso a scorrere da cielo a terra con antipatica costanza.

Allerta meteo, protezione civile che raddoppia le forze sul campo, acquaioli alle prese con piccoli corsi d'acqua che in un attimo diventano leoni ruggenti pronti a battersi per la propria libertà esondando di prepotenza. E se in pianura piove, sulle montagne nevica.
Questa mattina il Po arrivava quasi all'altezza del ponte che ho attraversato con la mia auto per andare al lavoro e non nascondo di aver avuto un tremito di paura quando ero circa a metà.

In un attimo ho pensato alla questione dei ponti in Italia. E' ancora vivido il ricordo del ponte Morandi crollato a Genova il 14 agosto 2018 e da allora, tra accuse, minacce, prediche e comizi, si sono spesi fiumi (per rimanere in tema) di parole.

E' passato un anno ma la situazione invece che migliorare è sempre peggio. Il 25 novembre 2019 crolla un ponte sulla A6 Torino-Savona. Questa volta i motivi sono diversi, la causa è una frana e non un cedimento strutturale ma la sostanza è la stessa: il ponte è venuto giù. Il 26 novembre 2019 si apre una voragine che squarcia un altro ponte sulla A21 Torino-Piacenza che conduce a Genova.

In due giorni la Liguria è diventata irraggiungibile per i piemontesi se non tramite strade secondarie o percorrendo centinaia di km in più. Cinicamente penso che tanto non è estate e non ho intenzione di andare al mare ma spazzo subito questo pensiero sciocco dalla testa perché so che il porto di Genova è la maggiore fonte di approvvigionamento del Piemonte e Lombardia in generale e di Torino e Milano in particolare. La situazione rischia di diventare tragica non solo per la Liguria ma per tutto il Nord Italia.

Ora... Non è mia intenzione lanciarmi in una invettiva sulla politica italiana. Se rimanessi sul vago sarebbe come sparare sulla croce rossa ma in periodo storico dove la polarizzazione delle persone è fortissima, nel momento in cui dovessi fare dei nomi lodandone o criticandone l'operato, verrei osannato da alcuni e crocifisso da altri e non è questo il mio scopo.

Vorrei porre più che altro l'accento sulla privatizzazione delle infrastrutture in Italia. Ok, adesso lo dico:

Odio e sono contrario alle privatizzazioni delle opere pubbliche!

E poi aggiungo:

Le autostrade e le ferrovie sono infrastrutture che devono rimanere pubbliche!

L'altro giorno parlavamo di politica con un amico e si rifletteva di quanto la filosofia comunista possa avere dei fondamenti nobili e giusti ma di quanto la storia abbia insegnato di come l'Umanità riesca a distorcere questi principi: si arriva sempre a dittature autoritarie dove i diritti umani vengono calpestati sfociando in controllo indiscriminato e genocidi di massa. La Cina, la Russia e la ex Jugoslavia ne sono degli esempi lampanti.

Ecco penso che lo stesso discorso si possa fare per la privatizzazione: nella teoria privatizzare è qualcosa di ottimale. Il privato ha meno sprechi rispetto al pubblico; il privato ottimizza le risorse; il privato riesce a ridurre i costi e massimizzare i profitti ma è proprio questo il nocciolo del discorso: i profitti sono massimizzati per il privato stesso e non per la collettività.

E' questa la distorsione sulla quale è necessario riflettere: come si può privatizzare un bene pubblico.

Come fa a non essere lampante l'evidente ossimoro che si ottiene quando nella stessa frase si mettono le parole "privato" e "bene pubblico"?
L'acqua è un bene pubblico, la Sanità è un bene pubblico, le Infrastrutture sono beni pubblici ovvero beni utilizzati dalla collettività indipendentemente che sia per motivi ludici o professionali, una volta all'anno o tutti i giorni.

La storia ci insegna che la privatizzazione su beni e servizi pubblici porta miseria, povertà e disparità sociali fortissime. Si pensi alla sanità statunitense che si basa sulla emissione di polizze assicurative private che risultano insostenibili per buona parte della popolazione e non vengono nemmeno erogate quando ne hai più necessità rendendoti, di fatto, un morto che cammina. Si pensi al sistema idrico in Argentina che, dopo essere stato privatizzato da una società francese, ha iniziato a far cedere il Paese traghettandolo in una nuova crisi economico finanziaria che rischia di portarla al collasso.

Nel 2011 l'Italia ha votato ed ha espresso un sonoro NO alla privatizzazione dell'acqua. Perchè non fare un referendum anche per la privatizzazione delle opere pubbliche partendo proprio dalle infrastrutture dei trasporti (mi riferisco ad autostrade e ferrovie in primis)?

Non dico che il Pubblico sia un bene a priori. Anzi... Il tratto della Salerno - Reggio Calabria dimostra che per terminare i lavori in questo settore ci possono volere generazioni intere ma quando c'è di mezzo la collettività si sa già che il Servizio erogato sarà in perdita. In caso contrario ci possiamo affidare ai Benetton e ai Gavio che assumono il controllo delle autostrade, aumentano i pedaggi di anno in anno e non fanno manutenzione perché è un costo e come tale va tagliato a discapito della sicurezza di chi, quelle strade, le attraversa.

Allargando il concetto a livello sistemico parliamo anche di occupazione. Per fare manutenzione servono ingegneri, cantonieri, geometri. Si parla spesso di fuga di cervelli all'estero nonostante le università italiane siano tra le migliori al mondo. Quante persone potremmo impiegare se facessimo manutenzione nel settore pubblico? A quanti ingegneri, cantonieri, geometri potremmo dare occupazione? E non parliamo dell'indotto che inizierebbe a rivivere e prosperare contribuendo all'aumento del PIL nazionale.

Di solito non amo vedere un problema in bianco e nero ma con mille sfumature di grigio. Tuttavia su questo argomento ho maturato, nel corso degli anni, la convinzione che l'unico modo per avere strade e ferrovie che funzionino, bisogna avere un Servizio Pubblico.

Da anni sostengo che il trasporto pubblico ed autostradale è lo specchio dello Stato che lo governa. Basta andare in Germania o nei paesi del nord Europa per capire la portata di questa affermazione. Ebbene, se anche tu che leggi queste righe concordi con me, allora non potrai che concordare anche sul fatto che cadiamo letteralmente a pezzi.

Il ponte Morandi, la frana sul ponte della A26 e la voragine sul ponte della A21 non sono altro che l'inizio di una situazione ormai giunta ad un punto di non ritorno.

Immagini:



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Dovrebbe essere ovvio che un privato fornirà sempre e comunque un servizio peggiore e a maggior prezzo, anche se è il migliore dei privati, perchè deve guadagnare e non semplicemente andare in pareggio o, addirittura in perdita.
L'antidoto sarebbe dato (mettiamo il condizionale) dal mercato.
Se io ho un bar e faccio un caffè pessimo a 10 euro, se (sottolineo se) chiunque può aprire un bar di fianco al mio e fare un caffè altrettanto pessimo a a prezzo inferiore o buono ma allo stesso prezzo o, addirittura, buono e a prezzo inferiore, saranno i clienti a dicedere chi deve sopravvivere e chi deve chiudere.
Mi pare ovvio che tutto ciò non è applicabile in qualunque ambito dove la concorrenza è oggettivamente impossibile.
Io, comunque sarei più drastico, nessuna struttura, servizio, prodotto, infrastruttura che siano fondamentali possono essere dati in mano ai privati.
Istruzione, sanità, ricerca scientifica e soprattutto farmaceutica, telefonia, rete stradale, rete idrica, rete elettrica, gas, fognature, rifiuti, ferrovie, areoporti, acciaierie, porti, navigazione, etc. etc. devono essere garantiti da enti pubblici.
I privati possono essere liberi di fare concorrenza al pubblico, se ci riescono offrendo di meglio a meno, ma non possono sostituirsi al pubblico nella gestione.

Comunque all'estero ci sono fior di esempi di pubblico che funziona perfettamente, non è insito nel fatto che sia pubblico il fatto che sia gestito male, è un difetto soprattutto italiano, perché per l'italiano medio ciò che è pubblico non è anche SUO è di nessuno...

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Sono contento di constatare che c'è chi la piega come me.
Grazie per il tuo intervento

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Perché funziona il settore pubblico negli altri paesi?? Sono tante le motivazioni, innanzitutto gli altri popoli hanno un maggiore senso civico e un più spiccato amor proprio, a differenza di noi italiani, abituati da sempre a fregarcene di tutto quanto, traviati da una classe politica corrotta, collusa e strapagata, dove si va avanti a sono di mazzette, di tangenti e di fatture maggiorate, siamo sempre nel solito discorso, si pensi a controllare la spesa pubblica, si impieghi la Guardia di Finanza a controllare tutti gli enti pubblici, ma proprio tutti, e si renda detraibile anche lo scontrino del caffè, in modo che tutti abbiano interesse a far battere lo scontrino o la ricevuta fiscale, ma tasse dimezzate, subito, riduzione di tutti i balzelli e se possibile loro eliminazione, ma questo non succederà mai, è troppo bello, per loro, che le cose finiscano in merda come sta succedendo in tutti i campi, che ci si possa lasciare andare a proclami del cazzo in TV, gonfiando il petto e calvalcando l'onda del disastro, ci sono 3 categorie vergognose quando succedono grandi tragedie come i terremoti, e sono i politici, i giornalisti e gli sciacalli...

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Guarda sulla detraibilità anche del caffè io ci credo da anni! Ed invece no, che facciamo? La lotteria dello scontrino: ma veramente?
Guarda non tocchiamo questo tasto o inizio a smadonnare.
Comunque per me a questo punto bisogna scegliere il male minore: un pubblico corrotto o una privatizzazione discriminante.
Tra le due io non ho dubbi: preferisco la prima

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Mah, un pubblico un po' più controllato?!?! Proprio questa sera farò una piccola serie di considerazioni su un particolare settore pubblico....

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Non posso che essere d'accordo con te, cadiamo a pezzi...
Quando si parla di scelte politiche, tra la teoria e la pratica, penso sia logico basarsi sulla seconda quando c'è.
Se le privatizzazioni in pratica non hanno portato benefici bisogna tornare indietro e cambiare. Semplice e logico.
Purtroppo in Italia siamo tifosi e una scelta prima di essere giusta o sbagliata è di destra o di sinistra.

Prendiamo ad esempio un altro tema attuale: la prescrizione.
Se la prescrizione ha portato tanti delinquenti a farla franca anche per reati penali gravi come la pedofilia, bisogna toglierla sia che si sia di destra o di sinistra.

Se la pratica ha dimostrato che una qualsiasi cosa non funziona bisogna cambiarla.
Se una legge, un regolamento, una concessione ha prodotto solo effetti negativi non conta la fede politica ma solo la constatazione che l'attuazione pratica non ha funzionato.

Siamo un popolo di tifosi, e per questo motivo la risalita sarà sempre più difficile.

Ancora un bel post @vittoriozuccala, lo condivido in pieno.

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Grazie infinite.
Per me dovremmo semplicemente ridare la giusta importanza alla nostra Costituzione.
Per questa importante pietra miliare della nostra storia, la privatizzazione é incostituzionale

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pessime le liberalizzazioni...la nostra carta costituzionale è eccezionale...il nostro è il paese del diritto e noi in tutto stiamo andando indietro!!!

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