After the "horror" moment comes the "disaster movies" moment. Again I have to admit that this is not exactly my comfort zone.
I'm not a fan of this kind of film, but in the end I managed to find one that matched the weekly theme to my personal taste.

MELANCHOLIA - LARS VON TRIER

Lars Von Trier and an apocalyptic movie. What does 2 have to do with it?
So much or nothing depending on your point of view.
Don't expect people running and screaming, monsters in the streets, tsunamis, bloody deaths and special effects.
This is an intimist film to the nth power and existential.
It is a film that tries to imagine what our reaction would be to an imminent and inevitable catastrophic event.
Because Melancholia hasn't been hiding since the beginning.
Earth is about to be annihilated by another planet.
It is the failure of science and reason, the victory of nature over the artifact, chaotic and cynical world of man.
Melancholia is coming.
The melancholy comes.
Is that what we should expect at the end of our days?
How would we feel?

And would it matter?
There would be no other opportunity to repair our mistakes, to improve, to correct the course.
One planet comes and destroys another and with it all its inhabitants.
Kirsten Dunst is fabulous because she delivers an almost astounding surrender in front of a moment like this.
There is no escape and yet some people hope that that event will not happen that for some reason the planet Melancholia decides to stop before the impact and go back.
It's the arrogance of man.
A human being convinced that nature owes him something, owes him something.
A cocky man, so cocky that he feels at the center of the world and not an integral part of the universe.
But the end comes, for everyone.
Eventually.
And when the entire human race dies, it is only a more shared but no less painful suffering.
It is a continuous going back and forth, back and forth with the images that of Von Trier, a desire to show us how useless life was at the moment when death, annihilation comes inexorable.
Why live if you have to die?
No such answer.
There is life between the question and the answer.
But if life itself ceases, the human being itself, what does the answer matter?
Or rather, what does the question matter?!
It's a subtle, claustrophobic nihilism.
It's the ultimate disaster movie. A film that confronts us with death due to an inevitable natural disaster that is bigger than us. A disaster that we could not avoid, simply because we are the ones who are weaker than nature.
We discovered the laws of physics, but we didn't invent them.
They've existed since the day the universe was created.
We are the guests.
Desired or not, we can be wiped out in no time at all.
Despair is assailing.
The breath gets shorter.
Life slips away.
Forever.

Dopo il momento "horror" arriva il momento "disaster movies". Anche questa volta devo ammettere che non è esattamente la mia "comfort zone".
Non sono amante di questo tipo di film ma alla fine son riuscito a trovarne uno che abbinasse il tema settimanale ai miei gusti personali.

MELANCHOLIA - LARS VON TRIER

Lars Von Trier ed un film apocalittico. Cosa c'entrano i 2?
Tanto o nulla a seconda dei punti di vista.
Non vi aspettate gente che corre e che urla, mostri per le strade, tsunami, morti cruente ed effetti speciali.
Questo è un film intimista all'ennesima potenza ed esistenziale.
E' un film che prova ad immaginare quale sarebbe la nostra reazione di fronte ad un evente catastrofico imminente ed inevitabile.
Perchè Melancholia non si nasconde, sin dall'incipit.
La Terra sta per essere annientata da un altro pianeta.
E' il fallimento della scienza e della ragione, la vittoria della natura sul mondo artefatto, caotico e cinico dell'uomo.
Melancholia is coming.
La malinconia arriva.
E' quello che ci dovremmo aspettare di fronte alla fine dei nostri giorni?
Cosa proveremmo?

E avrebbe importanza?
Non ci sarebbero altre occasioni per riparare i nostri sbagli, per migliorare, per correggere la rotta.
Un pianeta arriva e distrugge un altro e con esso tutti i suoi abitanti.
Kirsten Dunst è favolosa perchè trasmette un'arrendovelezza quasi stupefacente di fronte ad un momento come questo.
Non c'è scampo eppure alcuni sperano che quell'evento non si verifichi che per qualche motivo il pianeta Melancholia decida di fermarsi prima dell'impatto e tornare indietro.
E' l'arroganza dell'uomo.
Un essere umano convinto che sia la natura a dovergli qualcosa, ad essere in debito con lui.
Un uomo presuntuoso, talmente presuntuoso da sentirsi al centro del mondo e non parte integrante dell'universo.
Ma la fine arriva, per tutti.
Eventually.
E quando a morire è l'intero genere umano è solo un soffrire più condiviso ma non per questo meno doloroso.
E' un continuo andare avanti ed indietro, avanti ed indietro con le immagini quello di Von Trier, un volerci mostrare quanto fosse stata inutile la vita nel momento in cui la morte, l'annientamento arriva inesorabile.
Perchè vivere se si deve morire?
Risposta non esiste.
Esiste la vita tra la domanda e la risposta.
Ma se a cessare è la vita stessa, l'essere umano stesso, che importanza ha la risposta?
O meglio, che importanza ha la domanda?!
E' un nichilismo sottile e claustrofobico.
E' il disaster movie definitivo. Un film che ci mette di fronte alla morte a causa di un disastro naturale inevitabile e più grande di noi. Un disastro che non potevamo evitare, semplicemente perchè siamo noi ad essere quelli più deboli rispetto alla natura.
Le leggi della fisica le abbiamo scoperte noi ma non siamo noi ad averle inventate.
Esistevano dal giorno della creazione dell'universo.
Noi siamo gli ospiti.
Desiderati o meno, possiamo essere spazzati via in un attimo ed in qualsiasi momento.
La disperazione assale.
Il fiato si accorcia.
La vita sfugge via.
Per sempre.

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