1976

Dicono che una storia diventi reale quando la racconti.

Che sia realtà o fantasia poco importa allora. Una storia diverrà reale quando la racconteremo.

E allora lancette all'indietro di quasi 50 anni e torniamo agli anni '70. Anni epocali ma che spesso hanno vissuto all'ombra dei favolosi anni '60 e troppo presto rispetto agli anni '90 quelli dei boom, quelli dell'effetto nostalgia, quelli della vita che cambia per sempre lasciandoci gli ultimi rantoli dell'era analogica, ancora vissuta a pieno ma che pian piano germoglia in qualcosa di nuovo, forse troppo nuovo.

La musica, che musica quella degli anni '70. Quella che ancora oggi ascoltiamo, un pò per fare gli espertoni, un pò per fare i fighi, un pò perchè ammettiamolo certa musica non ha paragoni. Era l'epoca dei Queen e dei Led Zeppelin, dei Deep Purple e del duca bianco, era l'epoca di Dark Side of The moon.

Eh già.

L'album più bello forse e sicuramente più importante della storia della musica nasceva in quegli anni.

Non era musica romantica vi diranno.
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E allora ascoltate questa storia.

Partiamo dal principio e dalla fine.

Oggi Mary ha 71 anni. E' vedova da poco. Vive a Manchester da sola. Cucina da sola, tiene in ordine la casa da sola. Non ha figli ma ha 7 nipoti che la adorano come una madre. 7 nipoti maschi che la chiamano semplicemente Mary.

Da 6 anni Tony l'ha lasciata. Investito da un camion mentre attraversava la strada. Una morte brutta e ordinaria. Senza scampo.

Una tragedia per Mary.

Mary nacque 71 anni fa a Bristol. Suo padre era un falegname. Sua madre una casalinga. Ancora una storia ordinaria. In quella casa c'era solo e soltanto una regola. Bisognava cantare, ballare, suonare. Tutte cose gratuite ma che rendevano felici. Un modo furbo di portare allegria quando i soldi son pochi.

Drifters e Sam Cooke erano i preferiti di papà Jack ma Mary e sua madre si scatenavano letteralmente al ritmo delle canzoni di Chuck Berry e sua maestà Elvis Presley.

Una vita di musica, di canzoni e di favole da raccontarsi attraverso le parole dei testi preferiti di quella umile e scanzonata famigliola.

Mary era cresciuta col ritmo nel sangue.

Anche Tony. L'unica differenza era che Tony fu presto orfano. Il padre morì in guerra a Dunkirk. La madre morì per una febbre acuta poco dopo. Nacque nel 1938 Tony. I ricordi del padre erano sfumati ma di lui ricordava una vecchia chitarra e di quando con i bicchieri e le forchette a tavola si divertiva a tenere il ritmo.

Visse qua e là in dormitori di fortuna imparando a fare questo e quell'altro.

Era il 1976 quando a Bristol arrivarono i Pink Floyd.

Mary era li.

Tony era li.

Non si erano mai visti prima. Mai conosciuti.

Brain Damage, Great Gig In the Sky e Money avevano rotto ogni equilibrio, aveva sancito un passaggio cruciale nella storia della musica e del mondo. Loro erano li per celebrare quei poeti, quei maestri.

Mary era sul prato dello stadio di Bristol. Tony anche. A separarli 2 file e qualche metro.

Mary non fece altro che ballare e cantare ogni singola canzone. Tony era uno di quelli più taciturni, che sussurravano piano le parole delle canzoni e che preferivano tenere tutto quel godimento contenuto in se stesso.

Mary notò quella maglietta gialla tutto il tempo. Quel corpo esile e ondeggiante che si muoveva con una sigaretta in mano continuamente senza mai dare l'impressione di scatenarsi.

Il concerto fini e Mary perse di vista quel ragazzo, quell'uomo con la maglietta gialla.

Si avvicinò al punto in cui lo aveva visto muoversi tutta la serata e non trovò nessuno con indosso una maglietta gialla ma trovò la maglietta gialla riversa a terra. Tony, come tanti altri uomini, aveva tolto la maglietta nel caldo del Luglio di Bristol e si era scatenato a torso nudo per le ultime canzoni dei Pink Floyd.

Mary non è mai stata una donna romantica, non ha mai creduto nel destino.

Eppure quella sera decise che se avesse trovato quell'uomo lo avrebbe sposato.

Mise la maglietta gialla nella borsa e l'indomani iniziò a cercare il misterioso appassionato dei Pink Floyd.

Cercò ovunque. Si diede come scadenza il 15 Agosto di quell'anno. Se non avesse avuto segni dal destino avrebbe lasciato perdere.

Quella ricerca la portò in una cioccolateria in periferia, in una stalla maleodorante, in un pub per pochi di buono e addirittura in una piccola casetta bellissima all'esterno ma che dentro rifugiava uomini e donne fatti di acidi ed in stato alteratissimo.

Era oramai il 13 Agosto e Mary aveva perso ogni speranza.

Col sorriso sulle labbra si accingeva a chiudere la "caccia al tesoro".

Fu la mattina del 14 che un giovane si avvicinò a lei mentre era dal fioraio a scegliere che fiori adagiare al davanzale di casa sua.

Il giovane le chiese se fosse lei la matta che da quasi un mese stava cercando il proprietario di una maglietta gialla.

Mary rispose di si e il giovane invitò a seguirla.

2 Km in bicicletta e finalmente Mary e Tony si incontrarono per la prima volta.

Lei era emozionatissima. Lui aveva sentito di una donna che stava cercando lui, pur non conoscendolo. Lui, orfano da anni e solo da tutta la vita.

Imbracciava la chitarra di suo padre quel giorno. La sigaretta in bocca e un sorriso molto imbarazzato.

Avrebbero condiviso ogni cosa per quasi 40 anni.

Avrebbero girato il mondo al ritmo di musica.

Avrebbero chiamato i loro 3 cani "Money", "Time", "Wall".

Avrebbero scritto una bellissima storia.

Nata dalla musica, o da un blog su hive..

Life isn't a train. It's a shit tornado full of gold..png



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