Cesena, la città dei tre papi...

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«Non possiamo. Non dobbiamo. Non vogliamo.»
(Risposta di Pio VII all'ufficiale napoleonico che gli intimò di cedere alla Francia i territori dello Stato Pontificio)

*Cesena è nota anche come città dei tre papi, seppur con qualche forzatura. Due dei tre papi furono effettivamente cesenati, il terzo invece fu solo vescovo della città dal 1680-1686 e salì al soglio pontificio col nome di Benedetto XIII (Francesco Orsini da Gravina di Puglia),
I due papi di origine cesenate, appartenenti a due importanti famiglie locali (quella dei Braschi e dei Chiaramonti), sono quelli che vissero l'epoca napoleonica.
Pio VI Braschi (papa 1775-1799) morì in esilio a Valence-sur-Rhône. Morto il 29 agosto, il suo corpo rimase insepolto per ordine delle autorità comunali francesi fino al 29 gennaio 1800 quando fu seppellito come un comune cittadino, nel cimitero civico. Sulla cassa fu scritto: «Cittadino Giannangelo Braschi - in arte Papa». Dopo quasi due anni il nuovo pontefice, il concittadino Pio VII Chiaramonti (1800-1823), grande amico del suo predecessore al quale doveva la porpora cardinalizia, riuscì a persuadere il municipio a consegnargli le spoglie.

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Barnaba Chiaramonti, vescovo di Imola, divenne Papa in un Conclave ospitato a Venezia sotto la tutela degli Asburgo, e riuscì a rientrare a Roma liberata dai Francesi.
Chiaramonti sottoscrisse il concordato con Napoleone (1801) e partecipò alla sua incoronazione a Imperatore. Il Bonaparte ritornò presto in Italia ed annesse il territorio dello stato pontificio imprigionando il papa dal 1809 al 1814 (condotto fino a Fontainebleau).*



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