Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 17° puntata

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Immagine CC0 creative commons

Il tennis è stato per diversi anni la più passione maggiore, e con buona probabilità anche lo sport dove ho ottenuto i maggiori risultati in assoluto, un paio di anni dopo questo racconto vinsi pure l'unico torneo (a livello di n.c.) con più di 128 iscritti, in quegli anni avevo un dritto (mancino) con cui aprivo letteralmente l'avversario, un top spin esagerato, in caso di attacco da parte dell'avversario potevo scegliere tra passante lungolinea, passante incrociato, pallonetto lungolinea o pallonetto incrociato, con l'aggiunta sempre dell'ulteriore utilizzo del top-spin, che è quella rotazione alla palla colpita con un effetto accentuato, mi veniva naturale, oltre anche alla possibilità di tagliare la palla con effetto in back...

Avevo già fatto un paio di partite con colleghi, e il tam-tam di quei risultati era giunto anche alle orecchie del capo del reparto amministrativo, che, da voci di corridoio, fremeva per incontrarmi, voleva giustifiziare il malefico pallettaro (che ero poi io), che buttava tutte le palle aldilà della rete, in effetti ero una specie di muro, se il mio avversario non era in possesso di un gioco tale da mettermi seriamente in difficoltà, era facile che soccombesse, in un fuoco incrociato di pochi errori da parte mia, preparazione e condizione fisica ottima (facevo 50 km a settimana in quel periodo), e grande colpo d'occhio, in quanto scattavo come vedevo partire la palla dell'avversario, unico, grande limite, il rovescio, che era molto approssimativo, per cui tendevo proprio a buttarla di là, senza grandi pretese, in back, cioè era quasi sempre un rovescio tagliato, mentre il pallonetto di rovescio mi riusciva abbastanza bene, non era perfetto ma decisamente più che discreto...

Quella sera della partita di calcio il capo si avvicinò al mio posto, tra una battuta e un'altra, partì il missile terra-terra...

"Mi hanno detto che te la cavi a tennis, perché non viene sabato pomeriggio a fare una partita a casa mia?!?!"

Ero stato preso in castagna, perché a un invito del capo, logicamente, non si poteva dire di no, ma ero anche a conoscenza della sua grande competitività, nel senso che non gli piaceva perdere, da come me l'avevano descritto, a livello di gioco, me lo sarei mangiato senza particolari problemi, non era scarso, molto tecnico, preciso nei suoi colpi, ma il mio gioco ne aveva già mandati tanti, in fuorigiri, di esteti del tennis come lui, per cui era uno destinato a rinforzare la schiera di buoni tennisti che mettevo in riga con il mio gioco molto passivo ma estremamente redditizio, andavo in crisi unicamente con un pallettaro più incallito di me, con il quale comunque provavo in ogni caso a dire la mia, e provai a dire la mia anche con quell'invito, cercando di spegnere un po' quello strano ardore che stavo sentendo nella sua voce...

"Sabato veramente avrei un problemino, un impegno a livello familiare, magari vediamo per i prossimi sabati...", sperando che fosse un attimo di foga dovuto alla partita appena finita...

"Se proprio non puoi, fa lo stesso, ma ci tenevo a fare una partita con te, mi hanno raccontato qualcosa sul tuo conto, e sarei molto curioso di vedere sul campo quanto ci sia di vero o meno..."



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13 comments
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Accipikkia, ma mi ricorda sempre più la serie Fantozzi e in questo caso la famigerata partita a biliardo con il duca-conte Catellani che detestava perdere👁
Comunque il tennis in sè e per sè è un bellissimo sport, poi tra quelli praticati in genere da nobili, alto-borghesi e borghesi. Seguivi (e magari segui ancora) i match di tennis di Wimbledon? Wimbledon per il tennis è il massimo. Anche il mio caro amico del famoso condominio è stato un tennista, ai bei tempi.
!hivebits

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Quest'anno ho seguito in maniera particolare Wimbledon, speravo che un italiano potesse andare fino in fondo, purtroppo Sinner ha incrociato quella bestia rara di Djokovic e dopo aver dato spettacolo per 2 set ha perso in 5 set, ma in ogni caso lascia ben sperare per il futuro...

!PIZZA

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Hai mai pensato di diventare tennista di professione e quindi andare a Wimbledon per partecipare ai match?
!LUV

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No no, scherzi?? Giocavo bene, ero un buon non classificato, un formidabile agonista, ma a livelli amatoriali, il professionismo era un'altra cosa, ho affrontato diverse volte dei classificati, ma tieni conto che le graduatorie in Italia erano classificati di serie A (i tennisti che giravano effettivamente nel circuito mondiale professionistico), i classificati di serie B (che ogni tanto si affacciavano al circuito dei pro), i classificati di serie C (C1, C2, C3, e C4), ecco, a un certo punto della mia carriera tennistica sarei potuto diventare un C4, forse anche un C3, avrei dovuto allenarmi ancora di più e specializzarmi unicamente nel tennis, prendere qualche lezione e instradamento da tecnici federali, magari anche fino al livello di C2, di più non era possibile, il livello era troppo alto per il mio grado di gioco...

!PIZZA

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Immagino che per arrivare ai livelli agonistici si fa necessario dedicarsi allo sport al 100% e dunque senza altre distrazioni di mezzo (distrazioni si fa per dire, cioè niente università, niente master, niente corsi professionalizzanti e niente cercare lavoro dopo il diploma).
E come si stava dalle tue parti a corsi di tennis? Mi sembra che i circoli tennistici siano piuttosto rari, più o meno della stessa rarità dei circoli scacchistici.
!hivebits

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Di circoli di tennis all'epoca ce n'erano parecchi, anche di maestri di tennis, ma maestri di spessore ben pochi, e poi dovevi pagarli, e profumatamente, sinceramente parlando la dote di ogni singolo atleta è un patrimonio che puoi modificare fino a un certo punto, in quanto se uno è scarso diventerà scarsino, se uno è scarsino potrà diventare mediocre, e via discorrendo, ma per diventare Rafael Nadal o Roger Federer ci devi nascere, poi puoi perfezionarti, ma devi avere delle predisposizioni...

!LUV 1

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Come per la maggior parte degli sport, d'altronde.
!hivebits

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Ho fatto anch'io tennis per diversi anni, ero abbastanza bravo anch'io, partivano di quelle stecche...l'unico contro cui ho perso male era uno che non la colpiva forte, ne faceva nulla di superlativo, semplicemente la prendeva sempre e non si stancava mai, io tiravo forte, schiacciata, corta sotto rete, destra e sinistra del campo ma niente, la prendeva sempre e ho perso per sfinimento

Sul rovescio idem, ma avevo la particolarità che a differenza di tutti gli altri lo facevo a una mano sola e non a 2

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Beato lui che non si stancava mai...

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