Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 1° puntata

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Immagine CC0 creative commons

Riprendo una sorta di invito simbolico, che qualche giorno fa mi inoltrato uno dei miei più cari e fedeli lettori, il buon @wolfplayzor, iniziando proprio quest'oggi a parlarvi di quello che fu il mio primo contratto di lavoro (forse, a rigor di logica, anche l'unico, perché 8 anni fa, ufficialmente, ero inquadrato come socio in un negozio), ho fatto mente locale, penso che una discreta serie di puntate possa effettivamente venire fuori, per cui, senza perdere ulteriore tempo, procedo con la prima puntata...

Dobbiamo tornare indietro di 35 anni, quando superai una prova di ammissione per un corso di specializzazione amministrativa secondario, al termine del quale era previsto uno stage presso un'azienda del nostro circondario, non seppi mai se effettivamente venni scelto da uno dei titolari, in quanto conosceva mia nonna molto bene, oppure avvenne il tutto per puro caso, all'inizio non sapevo nulla, poi piano piano venni a conoscenza di questo fatto, mia nonna ogni tanto mi chiedeva come andava in azienda, da semplice stagista...

Terminato il periodo di prova, salutai tutti quanti, per me il discorso era chiuso, non avevo più nessun motivo di rimanere lì, ma dopo un paio di settimane, poco prima dell'esame finale per il conseguimento di quel diploma, ricevetti una telefonata a casa, era il direttore di quell'azienda, che mi chiedeva se volessi andare a fare un colloquio, in quanto avevano intenzione di propormi un contratto di lavoro vero e proprio, con tanto di retribuzione...

Evidentemente avevo fatto una buona impressione, nella mia prima esperienza come stagista, non ero solito tirarmi indietro nelle mansioni che mi erano state affidate, per cui avevo cercato di svolgere il tutto al meglio delle mie potenzialità, per cui ero stato richiamato in azienda, in considerazione anche di un fatto, che la persona con la quale avevo fatto gran parte dello stage aveva parlato positivamente di me con i due proprietari dell'azienda, per cui, liberandosi quel posto di lavoro, avrei preso, più o meno naturalmente, le sue mansioni, l'avvicendamento non sarebbe stato automatico, in quanto per un paio di mesi si era offerto di affiancarmi ulteriormente, anche se avrei preso sin da subito la gestione di un buon numero di compiti, inferiori ai suoi ma in ogni caso abbastanza di responsabilità...

In buona sostanza, all'inizio della mia nuova avventura lavorativa, avrei dovuto emettere i documenti di consegna della nostra merce, eseguire la fatturazione e la conseguenza liquidazione provvigionale ai clienti, molte di queste funzioni erano già preimpostate, ogni tanto dovevo manualmente modificare i parametri del computer, quando c'era un qualcosa di particolare, come sconti fuori dell'ordinario (riducendo la provvigione al rappresentante), oppure riconoscere premi particolari in relazione all'importanza dell'ordine acquisito, ma succedeva abbastanza raramente, per cui fondamentalmente il lavoro era più o meno lineare...

Durante questo periodo di affiancamento, il mio supporto si estraniò progressivamente da quello che sarebbe diventato il mio ufficio, andava in giro per l'azienda, ogni tanto faceva capolino alla porta, chiedendo se tutto andasse bene, alla mia risposta affermativa riprendeva i suoi giretti, ogni tanto andava a broccolare le segretarie, una delle sue passioni preferite, a volte si infilava nell'ufficio tecnico, dove c'erano 4 geometri, per parlare di calcio...

Continua...



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14 comments
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Non lo vorrei dire, ma siete in Italia, per cui il fatto di essere stato assunto perchè il titolare conosceva tua nonna è più che normale. Purtroppo in un paese come l'Italia le capacità da sole vengono considerate raramente.
!hivebits

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Guarda, penso che mia nonna, in questo specifico caso, non abbia fatto nulla, in quanto il tutto è successo in maniera quasi naturale...

!PIZZA

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Meno male, quantomeno per una volta, !LOLZ

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Sono contento di averti dato un'idea, mi spiace sia finita l'altra serie, vediamo cosa ci racconti qui di bello!

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