Ingenui

avatar


Fonte dell'immagine

 

Non c'erano paure nonostante tanti pericoli, né destini che potessero incrociare con le loro imposizioni i sentieri che tracciavamo e che convergevano nello stare insieme.
Le notti e i giorni non avevano colori diversi, né il sole e la pioggia differivano quando si trattava di accompagnare sfide e sogni che catturavano il mondo nel pugno di una mano.
Era così semplice camminare, costruire, delimitare senza equilibrare, essere umile tra la configurazione astratta che la società inventa per settarizzare i suoi membri.
Potremmo vagare senza vagare, essere liberi senza la licenziosità della decadenza, incitatori di parallelismi capaci di inventare biforcazioni dello stesso atto.
La città sembrava solo un conglomerato di edifici, l'eco del trambusto dei desideri collettivi, uno spazio aperto che ospitava possibilità di salire, scendere o semplicemente camminare.
La gioventù desiderava scoprire la radice che fa crescere l'esperienza.
L'esperienza ha cercato di riciclare l'impulsività che muove i giovani.
Due poli che senza opporsi si attraevano, due versanti d'acqua che nell'unione delle loro correnti giocavano con il rischio di naufragare e scommettevano di uscirne indenni se fosse successo il peggio.
Erano tempi capaci di fermare i secondi, di trascinare le emozioni al più subliminale dei pensieri, di rendere eterei i confini degli abbracci a letto.
I nostri obiettivi sono iniziati sentendo la pelle e sentendoci vibrare.
A quel tempo potevamo comunicare con il semplice gesto di un sorriso o con uno sguardo che indovinava i nostri pensieri.
Eravamo così elastici che le nostre braccia non solo avvolgevano i nostri corpi, ma anche un futuro che possedeva solo incertezze, lapsus di tempo.
La stanchezza è scomparsa con il tocco delle labbra, con la magia di un bacio.
Alchimisti di una passione che calpesta i terreni paludosi dell'irrealtà.
Eravamo così perfetti, così fragili, che abbiamo dimenticato l'effimero e abbiamo viaggiato in un treno senza stazioni verso il mondo dell'oblio.
Non c'erano paure, ma nemmeno nascevamo invincibili, nuotavamo contro corrente senza svenire o avere idea della nostra resistenza.
Eravamo così ingenui da dimenticare che la realtà non ha spazio per l'eternità.
.


0
0
0.000
0 comments