Una sera Luca scende a buttare la spazzatura, ma quando cerca di rientrare nella sua casa, al 20° piano di un palazzone di periferia, scopre che nel suo appartamento ci abita un'altra persona e che la sua vita, come era fino a qualche momento prima, non esiste più. Cominciano da questo momento per Luca nuove ed inaspettate avventure che si mischiano ai ricordi della sua vecchia vita.

Via da qui

Alzo lentamente la testa, mi guardo intorno. Nell'androne del palazzo c'è un silenzio quasi surreale, lontano sento la sirena di un'ambulanza, fuori vedo solo i bagliori dei lampioni, la realtà è come offuscata dalla nebbia che avvolge tutto. Comincio a pensare a cosa fare, morire assiderato mi pare una scelta tutto sommato prematura e non particolarmente allettante. Nel palazzo, anzi nei palazzi, non conosco praticamente nessuno, almeno non al punto da presentarmi in tuta da ginnastica e ciabatte, chiedendo di essere ospitato per la notte.
Cercare un rifugio ora, con il buio, la nebbia, il freddo, in una periferia dormitorio, mi sembra una cosa troppo difficoltosa e rinuncio subito all'idea. Esco di nuovo dal palazzo e mi riavvicino ai cassonetti. In pochi minuti di freddo intenso recupero alcuni cartoni, dei giornali, della plastica, rientro in fretta nel palazzo dove ho lasciato la porta accostata per non restare chiuso fuori. Prendo di nuovo l'ascensore e decido di rifugiarmi nella sala dei motori degli ascensori, dove mi creo un giaciglio di fortuna coprendomi con quello che ho racimolato dentro e intorno ai cassonetti.
Dopo pochi minuti sento un certo tepore, le mie palpebre si chiudono e, anche se per scaramanzia non voglio ammetterlo nemmeno a me stesso, spero di addormentarmi per poi svegliarmi al mattino del giorno seguente nel mio letto, accanto ad Elena. In fondo è la cosa più probabile, l'unica spiegazione logica a tutto questo è che si tratti solo di un brutto sogno.
Mi sveglio di soprassalto, un rumore forte e profondo, il pavimento che trema, pochi secondi per cercare di capire dove sono; qualcuno, nel pieno della notte, sta usando l'ascensore. Il motore fa tremare il pavimento e il rumore, dentro l'angusto stanzino, è veramente forte. Pochi minuti e di nuovo il silenzio e un lieve ronzio continuo che mi invita di nuovo al sonno. Il primo risveglio è andato e non sono ancora uscito da questo incubo. Mi raggomitolo di nuovo e tutto svanisce.
La seconda volta che riapro gli occhi il motore canta e l'ascensore fa su e giù sicuramente da molto tempo, dalla finestrella entra una luce debole ma decisamente deve essersi fatta mattina piena. La sera prima ero talmente esausto che ho dormito malgrado il frastuono, il tremare del mio materasso di cemento e la luce del giorno. Decisamente questo sogno è un po' troppo persistente. Prima di andarmene decido di scendere i pochi gradini e tentare di nuovo, nella vana speranza di trovare Elena in quello che dovrebbe essere il nostro appartamento ma che non lo è più, almeno non lo era quando mi ero rintanato come un barbone avvolto nella plastica e nei cartoni.

...continua

One evening Luca goes down to take out the garbage, but when he tries to return to his house, on the 20th floor of a suburban building, he discovers that another person lives in his apartment and that his life, as it was until some moment before, it no longer exists. From this moment on, new and unexpected adventures begin for Luca, which mix with the memories of his old life.

Get out of here

I slowly raise my head, look around. In the hall of the building there is an almost surreal silence, in the distance I hear the siren of an ambulance, outside I see only the flashes of the street lamps, reality is as if clouded by the fog that envelops everything. I begin to think about what to do, freezing to death seems to me a premature and not particularly attractive choice. In the building, indeed in the buildings, I hardly know anyone, at least not to the point of showing up in a tracksuit and slippers, asking to be hosted for the night.
Looking for a refuge now, with the dark, the fog, the cold, in a dormitory suburb, seems too difficult to me and I immediately give up the idea. I leave the building again and go back to the dumpsters. In a few minutes of intense cold I recover some cardboard, newspapers, plastic, I quickly return to the building where I left the door ajar so as not to be locked out. I take the elevator again and decide to take refuge in the engine room of the elevators, where I create a makeshift bed covering myself with what I have collected in and around the bins.
After a few minutes I feel a certain warmth, my eyelids close and, even if out of luck I don't want to admit it even to myself, I hope to fall asleep and then wake up the next morning in my bed, next to Elena. Basically it's the most probable thing, the only logical explanation for all this is that it's just a bad dream.
I wake up with a start, a loud and deep noise, the floor shaking, a few seconds to try to understand where I am; someone, in the middle of the night, is using the elevator. The engine shakes the floor and the noise in the small closet is really loud. A few minutes and silence again and a slight continuous hum that invites me to sleep again. The first awakening is gone and I haven't gotten out of this nightmare yet. I curl up again and it all vanishes.
The second time I open my eyes the engine sings and the elevator has been going up and down for a long time, a weak light enters from the window but it must have definitely become full morning. I was so exhausted the night before that I slept despite the noise, the shaking of my concrete mattress and the daylight. This dream is definitely a little too persistent. Before leaving I decide to go down the few steps and try again, in the vain hope of finding Elena in what should be our apartment but which is no longer, at least it wasn't when I was holed up like a bum wrapped in plastic and in the cartons.

...to be continued