La felicità di essere normali [ITA-ENG]

Quante volte abbiamo invidiato qualcuno per l sua situazione economica, lavorativa, stile di vita o altro? Chi, nella sua vita, non ha mai desiderato essere qualcun altro?

Ammettiamolo, è normale desiderare una posizione migliore per se stessi o per chi ci è vicino, e poiché sono pochi i fortunati, rispetto alla popolazione mondiale, vorremmo tutti ambire a quelle posizioni.

Per anni da bambino sono cresciuto con il desiderio di essere un calciatore, per poter vivere facendo quello che mi piaceva: giocare a pallone. Poi crescendo realizzi che è davvero difficile raggiungere quei livelli per diversi motivi: talento personale, strutture locali che possano supportarti, badget famigliare.

Crescendo, assumiamo la consapevolezza che i sogni sono incredibilmente belli, ma purtroppo restano tali.

Ma ci accorgiamo ad un certo punto che la nostra normalità, non è poi neanche così scontata. Basta osservare intorno e vedere molte persone che sono diversamente abili, coetanei e bambini che sin da piccoli non hanno potuto conoscere il significato di giocare con gli altri o semplicemente di poter correre o persino camminare.

Siamo tutti pronti ad autocommiserare noi stessi, a lamentare la nostra condizione sociale, spesso causata da noi stessi e non sempre dalle istituzioni. È sempre più facile lamentare che reagire e raggiungere obiettivi.

Io stesso a volte lamento la mia posizione, sebbene obiettivamente non mi manchi nulla, ma noi essere umani siamo fatti così, sempre pronti a voler scalare gli altri, a danno degli stessi.

Ma la penseremmo in questo modo se noi vivessimo in una situazione disagiata? Già, è una domanda che non ci poniamo a sufficienza. Sapete per quale motivo?

Perché siamo fortunati ad essere normali

ENG

How many times have we envied someone for their economic situation, job, lifestyle or other? Who, in their life, has never wanted to be someone else?

Let's admit, it is normal to want a better position for oneself or for those close to us, and since there are few lucky ones, compared to the world population, we would all like to aspire to those positions.

For years as a child I grew up with the desire to be a footballer, to be able to live doing what I liked: playing football. Then as you grow up you realize that it is really difficult to reach those levels for several reasons: personal talent, local structures that can support you, family budgets.

As we grow up, we become aware that dreams are incredibly beautiful, but unfortunately they remain so.

But we realize at a certain point that our normality is not even so obvious. Just look around and see many people who are disabled, peers and children who from an early age have not been able to know the meaning of playing with others or simply being able to run or even walk.

We are all ready to pity ourselves, to complain about our social condition, often caused by ourselves and not always by institutions. It is always easier to complain than to react and achieve goals.

I myself sometimes complain about my position, although objectively I do not miss anything, but we humans are like that, always ready to want to climb others, to the detriment of the same.

But would we think this way if we lived in a difficult situation? Yes, it is a question that we do not ask ourselves enough. Do you know why?

Because we are lucky to be normal