Per evadere un po'

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Ho trovato interessante l'articolo apparso sul Fatto Quotidiano, che porta sul sito un "vecchio adagio" cioè quello dell'evasione fiscale.

L'evasione esiste persino in Svezia, figurarsi in Italia. Dove di fatto non esiste una norma penale per reati di questo tipo ma è solo amministrativa.

Non entro quindi nelle diatribe lavoro dipendente versus autonomo, visto che entrambe hanno valide argomentazioni. Ma quello che mi salta all'occhio sono i dati, che essendo numeri e quindi matematica, qualche riflessione la pongono.

Il focus sull'articolo è che i lavoratori autonomi evadono per il 70%. O meglio 69,7% per essere precisi. Cioè su dieci lavoratori, sette potrebbero essere evasori.

La tabella, che riporto come immagine di copertina, parla del "gap nell'imposta". Cioè come spiegato nell'articolo del Fatto, il gap non è il mancato versamento, ma l'omissione della dichiarazione di reddito.

Screenshot 2022-12-29 alle 20.00.39.png

Quindi se è omessa, e tecnicamente non conosciuta, come si riesce a trovare questa cifra? Con dati e funzioni totalmente non comprovate, e probabilmente neanche comprovabili, usando dati Istat e altri tipi di dato.

In sostanza è una stima con dati decisamente scadenti per il piano statistico, tanto che potrebbero essere totalmente sbagliati in un senso come nell'altro. Però nella fattispecie la tabella termina con i dati del 2020.

E il 2020 è un anno particolarmente interessante, perché la pandemia ha portato il lockdown, ovvero una anomalia statistica decisamente rilevante. Anomalia che curiosamente non emerge da quella tabella.

Cioè se per svariati mesi nessuno ha potuto letteralmente commerciare, visto che il lockdown è stato materiale, come mai i dati sono in linea con quelli degli esercizi precedenti?

Per evadere con omessa dichiarazione, significa che una intera catena distributiva deve essere "analogica" nei pagamenti, cioè in contanti che per definizione sono al portatore. E questa catena non può che sfociare, come per altro avviene con l'IVA, sul consumatore finale che a sua volta comprerà in nero pagando, o credendo di pagare, qualcosa in meno. Quindi, determinate professioni sono più "papabili" all'evasione di altre, ma se queste sono rimaste chiuse per un periodo rilevate, anche il dato statistico dovrebbe riflettere l'evento.

Se poi questa procedura è evidenziata da una tabella al ministero, vuole anche dire che, essendo la matematica non opinabile, che sai anche chi è l'evasore, e pure per quanto.

La mia opinione è che quella tabella sia l'equivalente della fuffa. Torno a ribadire che l'evasione c'è, visto che nella vita chi ti fa un'offerta "a nero" sarà capitata a chiunque. Ma la entità complessiva secondo me è volutamente gonfiata.

Perché? direte voi.

Perché tutti i governi dagli anni 90 in poi hanno usufruito di questo falso statistico per mettere bilancio manovre di rientro che non sono mai avvenute realmente. Cioè nella finanziaria dico "recuperiamo x miliardi dall'evasione, e con quei soldi faccio y". Poi i soldi non rientrano, e si creano pasticci in termini di debito sui titoli.

La prova del nove la otteniamo con i condoni. Anche questi fatti da tutti i governi degli ultimi 10-15 anni, perché poi il condono è di fatto il dato reale dell'evasione visto che il rientro è comunque parecchio inferiore ai dati presunti dal gap.

Inutile dire che l'eliminazione del contante, che merita un post a parte, andrebbe a chiudere i rubinetti del sistema evasivo. Ma appunto, questa è un altra storia.

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