Arturo Battaglia: scrittore✍️/investigatore 5 Dante

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La mattina seguente avrei voluto cominciare a scrivere il saggio, non feci in tempo ad organizzare il lavoro che bussarono alla porta, andai ad aprire.
Nessuna sorpresa, tranquilli, era lei, la signora Abbotti, voleva entrare , era messaggera di grosse novità.
Finalmente sfogò tutte le sue conoscenze e i suoi sospetti, basandosi su dati noti e conosciuti. Una storia fondamentalmente banale, una delle tante, sentita e risentita mille volte il cui protagonista è il capitalismo sfrenato e incurante dell’umanità.
Mi raccontò che il signor Tamburo, Alfio, era un proprietario terriero non più particolarmente ricco che per far fronte ad alcuni problemi economici si era rivolto a dei personaggi che ora volevano a tutti i costi le sue terre su cui effettuare una speculazione edilizia: la costruzione di un mega centro residenziale.
Ero stufo di sentirla e tirai corto.
-Basta signora Abbotti, devo lavorare, sono storie sentite mille volte, non è un problema mio, sa cosa succede in queste situazioni? Che vincono i soldi, vincono sempre loro, rassegnatevi!
-Ma vogliono obbligarci a lasciare le nostre case!
-Penso che stiate esagerando e ripeto, sono dolente, ma non è un problema mio.
Stavo per congedarla quando sull’uscio entrambi sentimmo odore di bruciato, di nuovo, misto ad odore di benzina. Ci allontanammo dalla porta e corremmo all’esterno, vedemmo delle fiamme elevarsi da una villetta non poco lontana da noi, immediatamente dopo focalizzai l’attenzione su un corpo riverso a terra, mi avvicinai, era un ragazzo, era nudo, aveva annodato al collo una coperta a mo’ di cappa rinascimentale, era nera.
La signora Abbotti che continuava a starmi alle costole notò che era il nipote del signor Tamburo, un certo Dante. Sicuramente il ragazzo era seduto ad una sedia di una tavola rotonda posta nel giardino adiacente, quando qualcosa l’aveva fatto cadere a terra…morto? Era da verificare…purtroppo sì!
Quando arrivammo alla villetta notammo che già era giunto un certo ispettore Molli, direttamente inviato dall’organo superiore di polizia, al quale chiesi se il ragazzo fosse stato trovato così. Aveva un bastone nero elegante tra le mani, quello dei dandy per capirci, un cappello a raccogliere i capelli ondulati e questa cappa nera raccolta al collo da una fibia d’oro, per il resto …nudo.

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Dante aveva un corpo ben scolpito, spalle larghe e forti, vita stretta, longilineo e leggermente abbronzato, un corpo marmoreo levigato dal tempo.
L’ispettore capo Molli mi spiegò che la cappa al collo è stata scostata al loro arrivo ma prima copriva tutto il corpo; stavano aspettando la scientifica.
Fatti i rilievi opportuni restammo in silenzio ad osservare la scena, al che ruppi questo momento di riflessione chiedendo se avessero trovato i vestiti di Dante. Risposta negativa.
Il giardino era piccolo, ma non tanto da poter avere una piscina all’interno; l’ingresso era corredato da due giare di terracotta poste ciascuna per lato, delle nicchie laterali scolpite nel marmo racchiudevano delle statue di gusto neoclassico. Mentre osservavamo lo spazio alla ricerca di qualche indizio ci ponevamo delle domande, la più ridondante era perché fosse nudo e vestito in quel modo. Se avesse voluto fare una nuotata notturna avrebbe dovuto avere almeno con sè un asciugamano, dopotutto la notte l’aria rinfresca.
Di sicuro non avrebbe dovuto fare un tuffo in piscina:

  1. avrebbe con sè un costume
  2. Non sarebbe vestito così
  3. C’era un foglio su cui il defunto stava scrivendo qualcosa.

Stavamo analizzando quest’ultimo indizio mentre eravamo in piedi dietro al cadavere.
Dante teneva il viso rivolto verso la piscina e la schiena coperta dalla cappa, la mano protesa intenta ancora a scrivere e un segno lungo di inchiostro attraversava il foglio. In effetti l’ispettore Molli non mi conosceva ma senza che io dicessi niente capì chi fossi collegandosi ai racconti dell’ispettore Marroni.
Mi guardò dritto negli occhi ed esclamò:- Su, mi dica cosa le passa per la testa!

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Sempre più interessante😎

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Chissà cosa accadrà....

È una parte che sto aggiustando la prima bozza non mi piaceva!

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Ah, ecco, quindi anche tu hai fatto come me per i retrocasa del mio quarto e-book: solo abbozzati e nemmeno io sapevo come sarebbe andato a finire mentre pubblicavo i primi capitoli (ma sapevo già come finisce il progetto principale)🤣

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Ci sono parti che ho più chiare ed altre meno, ed è per questo che non riesco a pubblicare troppo velocemente. Sia per impegni che per perplessità. Speriamo di non avere blocchi! 😅

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Non ti scoraggiare😃. Guarda, quanto a velocità, nemmeno io brillo da questo punto di vista. Anche quando le mie opere sono belle che pronte (le ho sempre pubblicate tutte pronte, tranne questa e tranne alcune delle prossime che pubblicherò perchè se aspetto dim terminarle sto fresca per le tempistiche🤣), finisco sempre per andare a passo di tartaruga perchè mi piglia l'ansia per la punteggiatura, la sintassi, i refusi, lo stile (errori imperdonabili per un'insegnante di lingue🤣). Ma il fatto sta che chi come noi scrive in maniera non convenzionale, non ha alle spalle correttori di bozze, ghost writer, illustratori e una casa editrice che pensa a tutti i puntini sulle i. I nostri più amati autori dei grandi classici non dovevano pensare al faidate per ogni singolo aspetto delle loro opere, quindi potevano scrivere molto più velocemente di noi.Ma avevano in cambio uno svantaggio che noi abbiamo superato: dipendevano dalla buona grazia del loro editore per lavorare. E tutti coloro non abbastanza fortunati da entrare nelle grazie di un editore, si vedevano costretti ad abbandonare la carriera letteraria per svolgere una professione in perenne lite con un'anima da artista. E la cosa è pure abbastanza recente: senza la fortuna di una residenza gringa, nemmeno i nostri contemporanei colleghi vanno lontano, se decidono per la modalità tradizionale.

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È vero hai ragione, molti hanno successo perché si trovano al posto giusto e nel momento giusto, o perché hanno già un nome che gli garantisce pubblicità. Sappiamo benissimo come funziona, e ci sono anche coloro che mettono il nome ma non hanno mai scritto un libro... O almeno non con una così Alta prolificità! Grazie per il supporto.

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Il nome l'hanno perchè sono anglofoni, basicamente e infatti uno dei consigli che viene dato a scrittori italiani in erba è usare uno pseudonimo anglofono per poter vendere.

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