Arturo Battaglia: scrittore/investigatore 16 L’assenza di personalità

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Osservai la signora Abbotti mentre mi stavo girando e notai che stava per entrare il signor Tommasi, il benzinaio. Strana coincidenza.
Si avvicinò.
-Buon pomeriggio, sono venuto a prendere un caffè, è stata una giornata particolarmente faticosa dato che stiamo ristrutturando una parte del distributore di benzina, allora signori miei, qual buon vento vi porta da queste parti. Battaglia ne è passato di tempo dalla sagra delle castagne…eh!
Notai che la signora Abbotti si adombrò e oltre a ricambiare il saluto aveva preferito non entrare in merito alla discussione. Quindi cercai di non creare altro imbarazzo e non accennai ai motivi del nostro incontro e risposi così.
-Coincidenza delle coincidenze, io e la signora ci siamo ritrovati qui per caso e nessuno dei due aveva voglia di mangiare da solo e quindi abbiamo preferito unire le nostre solitudini. Inviterei anche lei ma abbiamo praticamente quasi finito.
La signora Abbotti comprese il mio tentativo di salvaguardare l’incontro e annuì a tutto ciò che dicevo.
Il signor Tommasi allora proseguì: -Ah no, vi ringrazio, sta per arrivare la cisterna per il carico di benzina, e devo andare ad aprire la botola di inserimento.
-Lei è l’unico che può aprire la botola? Lo interruppi.
-No, c’è anche…aspetti…oh cavolo sta arrivando il camion. Scusate scappo altrimenti blocca tutta la viabilità.
E scappò via!
Restammo qualche minuto in silenzio e poi chiesi alla signora Abbotti se avesse ancora voglia di continuare il racconto o se volesse aggiornare l’incontro…in cuor mio speravo che continuasse.
E così fu.

In modo più turbato la signora mi chiese di continuare il racconto ma stavolta andava più di fretta, come quando hai dimenticato qualcosa sul fuoco e non vedi l’ora di andare a controllare che nulla si sia bruciato.
-Allora signor Battaglia, le stavo parlando della signora Mirella. Lei giustamente ha sottolineato quanto sia avvilente un rapporto così, e sinceramente non posso far altro che sposare la sua opinione. All’epoca, la signora Mirella aveva un’amica che era stata estromessa dal suo precedente rapporto perché l’allora compagno non desiderava questa presenza ingombrante. Era sempre presente pretendeva che l’andassero a prendere e che fosse sempre in loro compagnia; vantava un primato di conoscenza con la signora Mirella,personalità sempre molto debole, o comandava l’amica o comandava il fidanzato lei non esisteva. Dopo svariati anni quest’essere riuscì a far mettere contro il “di allora” compagno, il quale, stufo, lasciò la signora. Quell’essere aveva bisogno di questa amicizia perché non aveva nessuno ed era capace di manipolarla come meglio credeva, inoltre era un pozzo senza fondo dal punto di vista economico e quindi convinse la povera Mirella ad accettare la corte di Alfio.
Sì lo so, non ne sta uscendo un bel quadro ma le posso assicurare che è la verità.
Ci fermammo un attimo…e mi sorse spontanea una domanda:- Signora ma sono cose che ha sentito dire o le ha vissute, a me sa tanto che lei abbia vissuto tutto questo ed anche con una certa intensità.
-Sa, Battaglia, ormai sono passati tanti di quegli anni che tutto mi sembra un racconto ma c’è stato un tempo in cui, io e la signora Mirella, siamo state molto intime. Io rappresento la libertà e lei l’oppressione, ho passato il tempo speso con lei a cercarle di formarsi una personalità e di metterla in guardia dalle malelingue che aveva intorno, ma da persona debole ha visto in me qualcuno che volesse allontanarla dalle sue sicurezze ed invece volevo solo che trovasse la sua strada indipendentemente da tutto e tutti…e si è allontanata da me. Ho capito col tempo che certe persone nascono per essere oppresse ed ora è lì, con la sua infermiera, a piangere per una vita infelice ed un amato nipote defunto.
La signora si soffermò a soppesare le sue parole, senza rimpianto, come chi aveva ormai la consapevolezza che alcune cose non cambieranno mai e che è inutile insistere ad aprire gli occhi ad un orbo.