Arturo Battaglia: scrittore/investigatore 14 Domande senza risposta

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La giornata in compagnia della signorina Nelli mi aveva destabilizzato, le donne così avevano sempre avuto su di me un fascino particolare e improvvisamente andai con la mente a pochi anni prima , prima di separarmi definitivamente dalla mia compagna. Avevano caratteristiche sia fisiche che morali simili, sarei stato ore ad ascoltarle parlare e il vederle soffrire mi provocava una forte empatia dirimente che mi portava a ritirarmi a vita privata.
Avevo, infatti, bisogno di stare da solo.
La mia solitudine durò poco, venne interrotta poco dopo dall’arrivo dell’ispettore Marroni che bussò con veemenza alla mia porta.
-Battagliaaaa, Battaglia…è in casa?
Di sicuro il tatto non gli mancava.
-Si accomodi ispettore a lei pensavo e mi è apparso come in sogno proprio! Mi dica, ci sono novità?
-Ahahah….la smetta di sognare me, Battaglia, sono un uomo sposato…Comunque veniamo a noi. Sì, ci sono novità, il signor Corti non è stato. (Tuonò secco) Abbiamo esaminato ogni angolo della sua stanza e soprattutto la sua grafia, e nulla combaciava al biglietto che era stato parzialmente scritto , anche sotto interrogatorio serrato non ha minimamente ceduto e quindi nessuna prova. Possiamo affermare che non è stato lui, quando poi passerà in commissariato e si leggerà per benino la cartella. Lei ha qualche novità?
-Forse, ma è ancora tutto troppo nebuloso. Devo capire ancora che ruolo hanno in questa storia il signor Alfio, la moglie e la figlia Rosa. Dopotutto Dante era un nipote che viveva con loro e che stava ricevendo delle lettere minatorie in cui si faceva espressa richiesta di vendere casa e terreno degli zii…perché proprio a Dante arrivassero queste lettere?

A queste mie domande e a queste mie riflessioni anche l’ispettore trasalì, non avevamo risposte, ma essendo un cittadino dello stesso paese prima che ispettore, e dopo aver ascoltato in silenzio e riflettuto, disse:
-Sa Battaglia le vorrei raccontare una storia. Gli esseri umani prima pretendono di fare del male e poi si meravigliano quando gli viene resa pan per focaccia. Deve sapere che il signor Alfio appartiene alla famiglia Tamburo che da generazioni sono dei banchieri. Il signor Alfio soprattutto negli ultimi anni aveva fatto dei pericolosi investimenti che inevitabilmente hanno portato ad un tracollo finanziario. Come tutti coloro che non mollano l’osso e non ammettono i propri errori si è rivalso sui clienti della banca. Tutti coloro che avevano fatto investimenti non hanno riavuto indietro i propri soldi e qualcuno è arrivato, fortunatamente senza conseguenze negative, al suicidio. Alfio non è proprio uno stinco di santo. Nel frattempo è andato in pensione e porta invendicato sulla coscienza quasi un intero paese.-
Non avevo mai sentito Marroni così accorato.
Chissà perché allora ce l’avevano col signorino Dante. Tutti ne parlavano bene, o comunque senza infamia e senza gloria.
Che il signor Alfio, da innocuo signore di campagna, sia diventato uno spietato affarista senza scrupoli era fuori discussione, anche i discorsi della signora Abbotti cominciavano ad avere un senso, ma la signorina Nelli? Perché aveva ceduto al signor Alfio? Ne sarà stata innamorata? Sedotta? O qualcosa che mi sfugge?
Quest’ultimo pensiero lo tenni per me.
Non lo palesai all’ispettore.
Sentii nelle sue parole un odio che si era ormai trasmutato in rassegnazione mista a frustrazione, la disillusione di coloro che subiscono un’ingiustizia e non possono fare altro che prenderne atto perché la reazione seppur contemplata è vana.