Arturo Battaglia: scrittore/investigatore 12 Non sono Agatha Christie!

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Alla scoperta che Dante avesse voluto fare testamento restammo tutti sgomenti.
Perché un ragazzo così giovane aveva avuto questa idea…ma era solo un’idea o l’aveva fatto realmente?
A queste domande ci rispose l’avvocato, il quale sottolineò che probabilmente la coincidenza tra l’aver fatto testamento e la sua uccisione non era sicuramente casuale.
Ci disse, però, che non avremmo dovuto rivelare a nessuno il contenuto del testamento prima che lo comunicasse alla famiglia, ci avrebbe dato una copia, insieme alle lettere, solo perché avevamo specifico mandato, e che, nei prossimi giorni, avrebbe inviato comunicazione alla famiglia affinché fossero presenti all’apertura e lettura del testamento.
Prendemmo i documenti e ritornammo al commissariato, dove ci stava aspettando il signor Corti, unico indiziato fino ad ora, una cosa sicuramente l’avevamo fatta, l’avevamo salvato da uno scontro diretto con la signorina Nelli.
Mentre rientravamo riecheggiavano nella mia mente le parole della signora Abbotti e pensavo che forse non avesse tutti i torti e che molto probabilmente c’era una connessione tra l’incendio della casa di Alfio Tamburo e la morte del nipote. Lasciai l’ispettore capo Molli e Marroni chiedendo di continuare da soli con il signor Corti, io avevo bisogno di tornare a casa, mi aveva chiamato la casa editrice e non avevo ancora scritto niente di significativo e la scadenza del lavoro si avvicinava, e quindi pensai bene di rimettermi un poco a lavoro.
Non feci in tempo ad inserire la chiave nella toppa della porta che mi sentii chiamare.
Non ci fu bisogno di voltarmi per riconoscere il suono della voce della signora Abbotti.

-Dottor Battaglia, dottor Battaglia, è un po’ che non la vedo tutto bene? Come procedono le indagini? Ha visto che avevo ragione?
-Salve signora, prima di tutto non sono dottore e su che cosa avreste avuto ragione? (Non volevo darle soddisfazione)…sulle indagini mi dispiace ma c’è il massimo riserbo, non mi chieda altro! Ora la lascio che devo lavorare…
-Su su…lo so che non può dirmi niente, sono io che vorrei dirle una cosa. Si ricorda la sera della sagra?
Annuii con un cenno del capo.
-Bene, quella sera ho incrociato il signorino Dante che andava molto di fretta, tanto che mi diede una spinta che a momenti non cadevo. Mentre mi stava aiutando a riequilibrarmi si scusò dicendomi che andava di fretta e doveva correre a teatro.
-A teatro? Risposi perplesso, e continuai:- cosa c’entra Dante col teatro?
-So che in quei giorni stavano facendo le prove di uno spettacolo e la protagonista era la signorina Nelli. Sa…tra lei e la signorina Rosa non correva buon sangue ma non posso aggiungere nient’altro, era solo per dirle che era molto agitato e nervoso.
Ringraziai la signora Abbotti e mi misi a lavorare, inviai al mio editore la prima parte del saggio e cominciai a riflettere e a mettere insieme varie parti del puzzle.
Dopotutto Dante è stato ritrovato nudo con una cappa, che solitamente si usa in teatro, per ricoprire il corpo.

Forse è il caso di parlare in modo più approfondito sia con Rosa che con la signorina Nelli.
Alla fine la signora Abbotti è come tutte quelle persone amanti della verità che sfidano ruoli e preconcetti e si buttano rischiando per aiutare gli altri.
Io ero il suo mezzo, aveva trovato in me un attento uditore e un imparziale giudice, anche se, inizialmente, non avessi avuto nessuna voglia di mettermi a fare indagini, non sono mica Agatha Christie io!

Decisi, quindi, arbitrariamente, di fare una passeggiata con lo scopo di arrivare al teatro così da verificare qualche mio dubbio.
Appena arrivai notai che il cartellone dello spettacolo era stato strappato allora chiesi a qualcuno che era lì presente il motivo. Mi fu risposto che lo spettacolo era stato annullato e rimandato a data da destinarsi ma che nessuno sapesse il motivo se non qualche illazione sullo stato di salute della signorina Nelli, la quale nelle settimane precedenti, mentre faceva le prove, era svenuta più volte.
Me ne andai carico di dubbi.
Ero stanco, rincasai.