Io e la velocità - 2° puntata

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(Edited)


Immagine CC0 creative commons

Gli anni passavano, arrivò il tempo delle elementari, fino alla 4° classe venivo accompagnato da mia madre oppure da mio nonno, ma preferivo nettamente mia mamma, perché lei all'epoca non aveva ancora la patente e andavo a scuola con il motorino, seduto sul sellino posteriore, mentre mio nonno usava il suo Piaggio Ape 50 color arancione, che il sabato pomeriggio o la domenica andava benissimo, perché mi portava al circolo a mangiare gelati e dolciumi vari, mentre durante la settimana non andava bene, perché andava troppo piano (quando si è stronzi, anche da bambini, senza rendersene conto, e si crede di essere dei furbi...), c'era anche da considerare l'ebbrezza del vento sul viso, anche se ero dietro al corpo di mia mamma l'aria produceva sempre un effetto inebriante...

Giunto all'età di 9-10 anni ci fu un'ulteriore svolta, per puro caso venni in contatto con una copia di un notissimo mensile automobilistico, il mitico Quattroruote, iniziai distrattamente a sfogliarlo, fu amore a prima vista, ricordo perfettamente che lessi quasi tutta quella rivista, ma la parte che mi fece letteralmente impazzire fu quella relativa alle prove su strada delle vetture, con specifico riferimento e focus puntato sui dati prestazionali, velocità massima, accelerazione 0-400 metri da fermo, km da fermo e tempo occorre per passare da 0 a 100 km/h...

La mia attenzione era catturata dai modelli che viaggiavano veloce, sia in termini di accelerazione, sia in termini di velocità di punta, dopo aver letto quella copia, l'edicola divenne un punto di riferimento per il personale acquisto di tutte le copie successive, per anni e anni, almeno fino alla maggiore età, non persi neppure una copia di Quattroruote, in breve tempo conoscevo a memoria le principali doti motoristiche di tutte le supercar dell'epoca, Ferrari, Lamborghini, Maserati, De Tomaso, Lotus...

Non concepivo la moda, che era già presente all'epoca (oppure arrivata negli anni '80), di marche quali Mercedes, Bmw, Audi, di limitare la velocità massima delle proprie Top car a 250 km/h, per me era uno scempio, dovuto al fatto che se si aveva strada libera si poteva tranquillamente schiacciare l'acceleratore a tavoletta (mi riferisco, logicamente, ad autostrade con scarsissimo tratto e con più di 2 corsie per senso di marcia...)...

Continua...



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12 comments
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Capisco cosa vuoi dire, c'era tutt'altra concezione rispetto ad oggi, però se devo dire anche quella odierna ha a sua volta un senso. Ed in fondo è probabile che negli anni 70 ci fosse chi disdegnava le auto dell'epoca perché "dissacranti".

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Poca gente in giro, pochi rompicazzo, pochi controlli, pochi limiti, poi, progressivamente, siamo andati sempre peggio...

!PIZZA

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!ALIVE
!LOL

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In conclusione, ce l'hai già nel sangue, proprio come faccio io con la danza.

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Negli ultimi anni la mia passione si è un po' affievolita, per i motivi che scoprirai nelle puntate seguenti, se ti piacerà leggerle...

!LOLZ

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