Il mio primo, vero, contratto di lavoro - 19° puntata

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Immagine CC0 creative commons

Venne quel famoso sabato pomeriggio, all'orario stabilito giunsi all'abitazione del mio capo, era la prima volta che ci andavo, ma non c'erano problemi, con le indicazioni che avevo ricevuto non potevo sbagliare di certo, una graziosa villetta si ergeva su una collinetta, che dominava una piccola vallata, impossibile non trovarla, in quanto era isolata e molto visibile, il cancello era aperto, evidentemente ero un ospite caldamente atteso...

Parcheggiai la mia vettura in un ampio spiazzo, dopo di che scesi e mi guardai in giro, il tutto era curato e incantevole, pochi secondi e una voce alle mie spalle...

"Ben arrivato".

La figlia del capo, neanche a farlo apposta, una piacevole visione anche lei, il sorriso appena accennato metteva di buon umore, risposi con un cenno, perché mi venne una bella serie di colpi di tosse, causati dalla saliva che mi era andata di traverso...

"Non pensavo di farti un'impressione del genere...", il sorriso si allargò ulteriormente...

Una volta ripreso il.controllo della respirazione, mi affrettai a replicare, per cortesia e rispetto...

"Beh, il fiato lo puoi anche togliere, perché sei molto graziosa e carina, ma mi è andato di traverso un qualcosa, scusami..."

Un paio di secondi di leggero imbarazzo tra noi, poi un'altra voce ci richiamò all'ordine...

"Allora, giochiamo o facciamo notte?"

Il gran capo si era manifestato reclamava la battaglia e battaglia avrebbe avuto, anche se i miei dubbi permanevano, dovevo giocare a gas aperto o controllarmi e rendere la partita più incerta??

Non so dove avevo preso quella certezza di superiorità, ma ero sicuro di essere più forte, per cui con quella convinzione scesi in campo, devo dire onestamente un gran bel campo gioco, perché aveva alle spalle una bella copertura di ombra, da una certa ora in poi, dovuta a diversi alti alberi, che regalavano anche aria fresca e refrigerio, insieme al fatto che ci trovavamo in collina...

5 minuti proprio di riscaldamento e mi disse subito che voleva iniziare la partita, minchia quanta impazienza, c'era sua figlia a vederci, non ero assolutamente imbarazzato, anzi, in un certo senso mi faceva piacere, dovevo solo risolvere il dilemma di quanto dovessi tenere il match in bilico...

I primi games filarono via abbastanza lisci, lui riusciva a tenere il proprio servizio piuttosto agevolmente, complici quel paio di errori gratuiti con i quali farcivo sistematicamente la mia prestazione, quando arrivò un momento cruciale, per un accesso di confidenza, sul punteggio di 3 a 3, andai a servire, ancora parità, 30 a 30, faci una seconda palla di servizio molto lenta, lui la attaccò deciso, ero nettamente sulla traiettoria di tiro ma non tenni in considerazione il fatto che stavamo giocando sul cemento, per cui colpii in maniera imperfetta quella pallina tirando in rete, 30 a 40, prima palla break dell'incontro, nel successivo servizio, per sicurezza tirai leggermente più lento del solito, volevo piazzarla e tornate sul punteggio di parità, ma successe l'imprevedibile, il mio capo steccò clamorosamente la risposta, che divenne un punto imprendibile per chiunque, in quanto la pallina toccò il nastro e, nel massimo dell'incertezza, cadde nel mio campo di competenza, producendo il risultato pratico di un punteggio di 4 a 3 in favore del mio capo...



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7 comments
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Mah, guarda, ti dirò, piuttosto che rischiare il quieto vivere sul posto di lavoro (vabbè, quieto vivere in quell'azienda, nzomma...🤔), meglio perdere con il capo, specie se poi volevi fidanzarti con la figlia (se stai antipatico al padre e in più quest'ultimo è pure il tuo capo, so'rogne😣). Questi poi c'avevano il villone in paese, segno inequivocabile che dovevano essere ricchi (se non proprio ricchi, quantomeno di ceto medio-alto, parecchio benestanti). Stando a sentire l'anziana amica romagnola di mia mamma, dalle vostre parti funge all'inverso delle terre di ex casa Savoia, dove lì, ti faccio un esempio praticissimo, un medico specializzato tende a sposare la figlia dell'architetto di grido e non certo la figlia del bracciante agricolo (ma nemmeno la figlia dell'operaio che guadagna bene, pur essendo quest'ultimo un blue collar oggigiorno di tutto rispetto) oppure un'altra dottoressa. Da quel che sentivo dall'amica di mia mamma, invece da voi sembrerebbe l'opposto: cioè una donna non amerebbe sposarsi piú in basso nella scala sociale (dico in basso non per disprezzo, ma per una questione di formalità) come invece la piemontese media farebbe (e ne ho conosciute pure disposte a mantenere il fidanzato, come una mia amica astigiana aveva fatto). Mi confermi la cosa?
!LUV

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Un'abitudine vera e propria non c'è, anche se più o meno era come l'hai detta tu, cioè la donna non era molto incline a scendere di categoria sociale, per cui io avevo ben poche aspettative, ma lo sapevo già perfettamente, per cui ho fatto, in quella partita, quello che mi pareva e piaceva, in quanto a un certo punto..., mi fermo, altrimenti faccio uno spoiler vero e proprio...

!LUV 1

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No no, non sia mai, non spoilerare🤣
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Comunque all'inverso che da noi, dove mediamente l'uomo non era troppo incline a scendere di categoria sociale.
!LOLZ

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Ah quante volte mi è successo quella cosa con la rete, la va a culo...

Comunque odioso giocare sul cemento, terra rossa tutta la vita

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Cemento durissimo, rimbalzo esasperato e velocità assurde, anch'io preferivo nettamente la terra rossa...

!PIZZA

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